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SVIZZERA

La forbice salariale si riduce, ma resta ampia: i più ricchi guadagnano quasi 24 volte in più

Ma sono proprio i redditi più bassi a crescere più rapidamente. Grazie a redistribuzione fiscale e sociale, la Svizzera resta tra i Paesi più equi
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Fonte Tages-Anzeiger
La forbice salariale si riduce, ma resta ampia: i più ricchi guadagnano quasi 24 volte in più
Ma sono proprio i redditi più bassi a crescere più rapidamente. Grazie a redistribuzione fiscale e sociale, la Svizzera resta tra i Paesi più equi

ZURIGO - Mentre il divario patrimoniale tra ricchi e poveri in Svizzera continua a crescere, la situazione dei redditi appare molto diversa. Secondo i dati più recenti della World Inequality Database, pubblicati sul Tages-Anzeiger, la forbice salariale resta comunque ampia: chi guadagna meno percepisce in media 48’500 franchi l’anno, mentre i grandi percettori sfiorano 1,2 milioni, quasi 24 volte di più. Negli ultimi quarant’anni, però, i redditi dei meno abbienti sono aumentati in percentuale molto più rapidamente rispetto a quelli dei più ricchi, il cui incremento, intorno al 18%, risulta il più contenuto tra tutti i gruppi. Se questo trend dovesse proseguire invariato, servirebbero teoricamente oltre 1.200 anni perché i salari più bassi raggiungano quelli più alti. Le forti oscillazioni dei redditi elevati dipendono, tuttavia, in gran parte dai guadagni da capitale, strettamente legati ai mercati azionari e quindi soggetti a grande volatilità.

Secondo Reto Föllmi, professore di economia all’Università di San Gallo, il quadro è per certi versi positivo: «In Svizzera il benessere è cresciuto per tutti e non esiste una sensazione diffusa di esclusione sociale». Anche chi ha redditi modesti riesce, in generale, a permettersi spese considerate ormai “normali”, come vacanze o beni di consumo durevoli. Questo spiegherebbe perché le disuguaglianze di reddito, a differenza di quelle patrimoniali, generano meno tensioni nel dibattito pubblico. «La Svizzera resta un’isola di stabilità», sottolinea Föllmi.

Redistribuzione: il vero fattore di equilibrio - A garantire questa stabilità è soprattutto il sistema di redistribuzione. Considerando i dati del 2023, prima delle imposte, il 25% della popolazione con redditi più bassi ha percepito circa il 6% del reddito complessivo. Dopo tasse e trasferimenti, la quota è salita intorno al 13%. L’effetto opposto si osserva tra i più ricchi: il quarto superiore passa dal 51% del reddito prima delle imposte al 41% dopo la tassazione.

Il meccanismo è legato sia alla progressività fiscale - chi guadagna di più contribuisce in proporzione maggiore - sia al sistema di prestazioni sociali: i redditi alti finanziano più intensamente strumenti come l’AVS e beneficiano meno di sussidi, ad esempio per i premi dell’assicurazione malattia.

Nel lungo periodo, la tendenza è chiara: dal 1980 a oggi, la distanza tra i redditi più alti e quelli più bassi si è gradualmente ridotta. Le quote di reddito prima delle imposte sono rimaste quasi invariate, ma la redistribuzione ha compresso il divario reale attraverso il fisco.

Il nodo della tassazione - Negli ultimi decenni, molte regioni hanno ridotto le aliquote massime. Inoltre, alcuni Cantoni applicano la tassazione forfettaria per facoltosi residenti stranieri, basata sul tenore di vita e non sul reddito effettivo mondiale. Una pratica spesso contestata, perché consente di versare imposte più basse rispetto ai contribuenti ordinari.

Nonostante queste eccezioni, il divario nei redditi non mostra segnali di ampliamento. Andamento confermato anche dal coefficiente di Gini, l’indicatore più utilizzato per misurare la disuguaglianza: in Svizzera è rimasto stabile negli ultimi vent’anni, passando da 0,29 nel 2000 a 0,30 nel 2022.

Svizzera tra i paesi più egualitari - Nel confronto internazionale, inoltre, il Paese continua a collocarsi nelle posizioni migliori. Pur con differenze metodologiche nei calcoli, i dati indicano che la Svizzera figura tra le nazioni con la distribuzione dei redditi più equilibrata, accanto a paesi come Repubblica Ceca, Norvegia e Svezia. La disuguaglianza è maggiore in Paesi come Colombia, Messico e Cile. Così pure negli Stati Uniti. In Svizzera, inoltre, le possibilità di ascesa sociale sono maggiori rispetto ad altri Paesi industrializzati. E in relazione alla mobilità dei redditi, conclude il Tages-Anzeiger, è considerata uno dei Paesi socialmente più permeabili al mondo.

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