«Gli abusi erano noti, ma nessuno è intervenuto»

Le accuse di una bambina ospite all'istituto di Brauwald. Bruciature di sigarette e altre punizioni corporali. «Tutti sapevano»
BRAUNWALD (GL) - Arrivata a 35 anni, Dunja M. vuole ore chiarezza e cercare la verità. Soprattutto vuole sapere come mai le autorità, pur sapendo degli abusi subiti nell’istituto di accoglienza per bambini a Braunwald, nel canton Glarona, dove lei era ospite non hanno mosso un dito.
La vicenda - La vittima arrivò in quella casa all’età di quattro anni. Figlia di genitori separati, la madre ebbe problemi di tossicodipendenza. Nell’istituto, stando alle testimonianze degli ospiti e degli ex dipendenti, i bambini venivano cresciuti senza amore e a suon di punizioni corporali, come bruciature sulle mani e chiusure per ore all’interno di cantine buie. Non solo, Dunja ricorda gli abusi sessuali subiti da un adolescente e all’epoca neo maggiorenne.
La coppia e l'adozione mancata - Nel 1997, una coppia cercò di adottare Dunja. I nuovi genitori adottivi, sulla base dei colloqui, si resero conto che aveva subito violenze, e ciò determinò in loro la decisione di non procedere più con l'adozione. Una testimone ha confermato quanto dichiarato dalla giovane, sottolineando come le punizioni fossero particolarmente brutali. «Tutti sapevano quanto succedeva, ma non dicevano nulla».
Le accuse non vengono commentate - L’istituto è stato chiuso nel 1998. Oggi Dunja vive con il suo fidanzato ed è ancora in contatto con la coppia che voleva adottarla 28 anni fa. «Sono molto dispiaciuti. Anche loro hanno sofferto per la vicenda». L’esecutivo del canton Glarona non ha voluto commentare le accuse di corresponsabilità.