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Due esperte spiegano come si cade vittime di raggiri e violenze

Fingendosi un papà single e contattava giovani mamme sole. «Non ci si deve vergognare, non c'è nulla di sbagliato nel cercare amore».
Depositphotos (karenr)
Fonte Blick
Due esperte spiegano come si cade vittime di raggiri e violenze
Fingendosi un papà single e contattava giovani mamme sole. «Non ci si deve vergognare, non c'è nulla di sbagliato nel cercare amore».

ZURIGO - Come mai si cade vittima di truffe in amore, arrivando a versare anche ingenti somme di denaro a una persona conosciuta da poco, spesso online, e a subire a volte anche violenze? Molti truffatori d’amore sfruttano momenti di vulnerabilità del loro potenziale bersaglio e del suo legittimo bisogno di trovare un partner da cui ricevere amore e comprensione.

Di solito, iniziano la conoscenza riempiendo l’altra persona di attenzioni, col meccanismo del love bombing, per alternare poi, una volta costruito il rapporto, fasi di svalutazione ad altre di grandi dimostrazioni. In Romandia, Fabien*, presentandosi come un papà single, è riuscito a farsi consegnare denaro da una dozzina di donne. In un mese arrivava a ottenere da una donna anche 10mila franchi. In diversi casi non solamente ha sottratto i soldi bensì ha anche commesso violenze fisiche ed emotive sulle malcapitate.

Ha scelto con cura i suoi obiettivi, raggiunti tramite app di incontri e social media, puntando a giovani madri single, che desideravano poter iniziare una storia con qualcuno in grado di donare loro amore. Per rassicurarle diceva di essere un papà single. Riusciva, grazie al contesto, a ottenere molte informazioni personali, per poi selezionare le vittime più deboli.

«Sfruttava qualcosa di profondamente umano: la speranza. Queste donne cercavano un partner affidabile, qualcuno che le capisse e con cui costruire un legame. Non c’è nulla di sbagliato in questo», ha spiegato al Blick, che ha raccolto le testimonianze di alcune vittime e ha rivolto qualche domanda a delle esperte, Simone Eymann, 42 anni, direttrice di Tech against Violence, un'associazione che si impegna contro la violenza emotiva offrendo supporto e prevenzione digitale. L’alternanza di momenti in cui riempiva le donne di gesti d’amore e altri in cui agiva per svalutarle «confonde e destabilizza le vittime», portando a dinamiche distruttive fatte di manipolazione, svalutazione, gelosia estrema, controllo, isolamento e minacce. Si tratta di comportamenti molto impattanti sul benessere mentale.

Sovente chi cade vittima di meccanismi simili non denuncia, per paura o per vergogna. Si fatica ad ammettere di essere state imbrogliate, di aver dato dei soldi, quando «cedere denaro richiede un’enorme fiducia, è un gesto molto intimo», come ha aggiunto Natalie Schneiter, 42 anni, assistente sociale presso il centro specializzato in violenza domestica e stalking a Berna. Peraltro, «i responsabili tendono a esternalizzare le loro azioni, attribuendo la colpa ad altri, spesso alla vittima stessa», riducendo ancora un’autostima già minata dalla vicenda e facendo credere alle donne di essere responsabili.

Come se ne esce? Capendo che non si è colpevoli di nulla, sottolinea Eymann. Perché, per dirla con Schneiter, «in tutti noi batte un cuore affamato» d’amore e ci sono circostanze in cui ci si sente più fragili e vulnerabili e l’essere giovani mamme sole, magari di bimbi piccoli, è complesso. Lo sa bene il presunto papà single, che ne ha approfittato ma che ora è stato finalmente denunciato pubblicamente per le sue azioni.

Conoscere i meccanismi manipolatori che portano a violenza è basilare per comprendere quando si è vittime, in modo da poter fermare subito truffe e violenze denunciando.

*Nome di fantasia, nome reale conosciuto alla redazione del Blick.

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