«Sequestrata» giornalista scomoda: era attesa in Svizzera

A Soltan Achilova è stato impedito di raggiungere Ginevra, dove avrebbe dovuto ritirare il premio Martin Ennals
GINEVRA - Soltan Achilova, fotoreporter e giornalista turkmena, sarebbe stata sequestrata mercoledì per impedirle di recarsi in Svizzera. La 76enne era attesa a Ginevra, dove avrebbe dovuto ritirare il premio Martin Ennals, assegnatole nel 2021 (e non ritirato a causa degli impedimenti nei viaggi dovuti alla pandemia di Covid-19) per il suo impegno verso la salvaguardia dei diritti umani.
A denunciare l'episodio sono stati sia gli organizzatori del premio che un gruppo di Ong, tra cui Human Rights Watch e Amnesty International. La mattina del 20 novembre Soltan e la figlia Maya dovevano recarsi da Ashgabat, la capitale del Turkmenistan, a Ginevra. Ma alle 6.30 del mattino un gruppo di agenti avrebbe spinto le due donne e il marito di Maya in un'ambulanza. Destinazione: il "Centro di controllo delle malattie infettive" nella zona dell'aeroporto internazionale. I tre, ha fatto sapere Maya Achilova, sono trattenuti contro la loro volontà nella struttura, sotto sorveglianza delle forze di sicurezza.
Non è la prima volta che ad Achilova viene impedito di recarsi in Svizzera per ritirare il prestigioso riconoscimento, che le è stato assegnato per il suo lavoro di documentazione dell'accaparramento di terre e gli sgomberi forzati di cittadini comuni nella capitale turkmena. Già l'anno scorso era stata bloccata da funzionari aeroportuali, con la motivazione che il suo passaporto non fosse valido.
«Condanniamo ancora una volta le autorità turkmene per le continue vessazioni nei confronti della difensore dei diritti umani e fotoreporter Soltan Achilova e dei suoi familiari e chiediamo il loro immediato rilascio», si legge nella dichiarazione delle Ong. «Siamo molto preoccupati per la sua vita» ha dichiarato all'agenzia stampa Reuters Manon Karatas, direttrice della Fondazione Martin Ennals, uno dei firmatari della dichiarazione. Ha aggiunto che l'Achilova è diabetica.




Su alcuni temi riceviamo purtroppo con frequenza messaggi contenenti insulti e incitamento all'odio e, nonostante i nostri sforzi, non riusciamo a garantire un dialogo costruttivo. Per le stesse ragioni, disattiviamo i commenti anche negli articoli dedicati a decessi, crimini, processi e incidenti.
Il confronto con i nostri lettori rimane per noi fondamentale: è una parte centrale della nostra piattaforma. Per questo ci impegniamo a mantenere aperta la discussione ogni volta che è possibile.
Dipende anche da voi: con interventi rispettosi, costruttivi e cortesi, potete contribuire a mantenere un dialogo aperto, civile e utile per tutti. Non vediamo l'ora di ritrovarvi nella prossima sezione commenti!