Razzismo, c'è il piano d'azione

Riguarda quasi una persona su sei. Approvata la prima strategia nazionale per rafforzare l'impegno della Svizzera nella tutela dei diritti fondamentali.
BERNA - Il Consiglio federale ha approvato il 5 dicembre 2025 la prima strategia nazionale contro razzismo e antisemitismo, rafforzando l’impegno della Svizzera nella tutela dei diritti fondamentali. L’obiettivo è migliorare la rilevazione dei casi, proteggere le persone colpite, consolidare la prevenzione nelle istituzioni e promuovere il coinvolgimento della società civile.
Il razzismo, d'altra parte, resta una realtà concreta nel Paese: nel 2024 il 17% della popolazione ha dichiarato di aver subito discriminazioni negli ultimi cinque anni, soprattutto a causa di origine, colore della pelle o appartenenza religiosa. Questo dato corrisponde a quasi una persona su sei, ovvero circa 1,2 milioni di persone di età compresa tra i 15 e gli 88 anni. Le conseguenze sono pesanti e riguardano ambiti come l'accesso al lavoro, l'alloggio, la salute e l'inclusione sociale.
La strategia risponde alla mozione “Per una strategia e un piano d’azione contro il razzismo e l’antisemitismo” della Commissione delle istituzioni politiche del Consiglio nazionale e alle raccomandazioni ONU, definendo un quadro comune per Confederazione, Cantoni, Città e Comuni.
Tra gli strumenti operativi figura una matrice che orienta le misure su quattro assi: monitoraggio sistematico, protezione delle vittime, integrazione istituzionale e impegno sociale. Sono inoltre considerati temi trasversali come razzismo strutturale e discriminazione intersezionale.
Le analisi mostrano progressi nella sensibilizzazione e nel sostegno alle vittime, ma evidenziano la necessità di un migliore coordinamento e di basi dati solide.
Dal 2026 il Servizio per la lotta al razzismo elaborerà un piano d’azione con tutti gli attori istituzionali e civili. La strategia sarà valutata regolarmente, con un primo bilancio previsto nel 2028.



