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SVIZZERA

Droni nei cieli europei: cresce la minaccia anche in Svizzera

Il loro avvistamento manda in tilt gli aeroporti del Vecchio Continente, nel frattempo a Berna l'allerta è massima
Deposit Photos
Fonte 24 Heures
Droni nei cieli europei: cresce la minaccia anche in Svizzera
Il loro avvistamento manda in tilt gli aeroporti del Vecchio Continente, nel frattempo a Berna l'allerta è massima

ZURIGO - Martedì sera, la presenza di droni nello spazio aereo di Bruxelles ha completamente bloccato il traffico diretto verso il suo aeroporto. Solo pochi giorni prima, venerdì scorso, il traffico aereo di Berlino era stato sospeso per circa due ore per lo stesso motivo, costringendo diversi voli, tra cui alcuni in partenza da Zurigo, ad attendere sulla pista. Negli ultimi mesi, questi episodi si sono moltiplicati in tutta Europa. Droni hanno provocato la chiusura temporanea di aeroporti a Copenaghen, Oslo e Alicante. A Monaco di Baviera, il 3 e 4 ottobre, entrambe le piste sono state chiuse due volte in meno di 24 ore, causando centinaia di ritardi e oltre diecimila passeggeri bloccati.

In Svizzera - scrive 24 Heures - il fenomeno non ha ancora portato a chiusure totali, ma gli esperti mettono in guardia: «I droni sono molto più pericolosi degli uccelli, perché sono rigidi e pesanti», spiega Michel Guillaume, direttore del Centro per l’aviazione della Scuola universitaria di scienze applicate di Zurigo. «Se un drone finisce nel motore di un aereo, le conseguenze possono essere gravi». Far volare un drone entro cinque chilometri da un aeroporto è vietato per legge e può comportare sanzioni e risarcimenti elevati.

Possibile pista russa - Le autorità europee sospettano che alcune interferenze possano avere origini più complesse. Negli ultimi mesi, diversi leader politici hanno evocato un possibile coinvolgimento russo. La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha parlato a Strasburgo di una «guerra ibrida che dobbiamo prendere molto sul serio», affermando che Mosca mira a «dividere l’Europa» con azioni di disturbo. Sebbene non esistano prove dirette del coinvolgimento del Cremlino, esperti come la ricercatrice tedesca Ulrike Franke, specialista in droni, ritengono l’ipotesi plausibile.

Gli effetti, intanto, si fanno sentire anche in Svizzera. «Il traffico aereo europeo è un sistema interconnesso: un ritardo a Berlino o Monaco genera reazioni a catena anche per i voli da e per la Svizzera», spiega Guillaume. Secondo il portale Flightradar24, Berlino è la terza destinazione più servita da Zurigo, con oltre settanta voli settimanali. «Quando un aereo resta a terra - aggiunge l’esperto - le conseguenze non riguardano solo quel volo, ma anche le coincidenze e gli equipaggi».

Anche a Zurigo, droni avvistati - Finora, nessuno scalo elvetico ha dovuto chiudere completamente, ma l’aeroporto di Zurigo conferma che negli ultimi anni droni sono stati avvistati nei dintorni, provocando ritardi e la chiusura temporanea di alcuni settori. L’Ufficio federale dell’aviazione civile ha tuttavia escluso, in un’intervista al Blick, che le violazioni finora registrate abbiano natura criminale o terroristica. Andreas Wittmer, docente di economia dell’aviazione all’Università di San Gallo, sottolinea che spesso si tratta di «piloti amatoriali imprudenti».

Per far fronte al rischio, dallo scorso gennaio Zurigo ha introdotto il sistema Drone Defence, sviluppato da Swisscom, che consente di rilevare in tempo reale la presenza di droni e avvisare immediatamente i servizi di sicurezza. La compagnia Swiss ha accolto positivamente la novità: «Ora la valutazione del rischio non si basa solo su osservazioni visive, ma su dati oggettivi. Questo permette di avvertire prima gli aerei e, se necessario, deviarli in tempo».

Tuttavia, le difese restano limitate. «Non è ancora possibile prevenire completamente le interferenze né abbattere i droni», ammette Guillaume, che punta sulle nuove tecnologie laser come possibile soluzione futura. «Assistiamo a una corsa tra l’innovazione e lo sviluppo dei mezzi per contrastarla».

Per il momento, la chiave resta la cooperazione: «Solo una stretta collaborazione tra aeroporti, compagnie aeree, autorità e controllo del traffico aereo potrà ridurre i rischi», osserva l’esperto. Ma servirà tempo. I passeggeri europei e svizzeri dovranno quindi continuare a convivere con ritardi, deviazioni e cancellazioni legate a un fenomeno sempre più difficile da controllare.

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