La donna è stata licenziata con effetto immediato: l'interessata sta impugnando questa decisione in tribunale e chiede un risarcimento
LOSANNA - Truffa di grandi proporzioni ai danni di Nagravision, l'azienda del gruppo vodese Kudelski specializzata nelle tecnologie di accesso digitale per la tivù e altre piattaforme: si parla di diversi milioni, ha indicato oggi la procura cantone confermando una notizia pubblicata da 24 Heures.
Nagravision ha presentato una denuncia penale il 7 febbraio, per truffa per mestiere e per abuso di un impianto per l'elaborazione di dati (computer), ha spiegato a Keystone-ATS il procuratore Eric Kaltenrieder.
Stando agli elementi emersi dall'indagine i fatti sembrano in linea con quella che viene chiamata truffa del capo o del Ceo, che consiste nell'inviare falsi messaggi a un dipendente, facendo credere che siano firmati da un dirigente, ordinando in modo ingannevole di effettuare dei pagamenti.
Nel caso di Nagravision, stando a quanto riportato da 24 Heures, al centro dell'attenzione figura una manager prossima alla pensione, che lavorava per l'azienda da circa trent'anni e che è sospettata dal suo datore di lavoro. Le sostiene però di essere una vittima, avendo ricevuto istruzioni fraudolente via e-mail: si trattava di acquistare un'azienda, il tutto nella massima discrezione.
Sempre secondo il quotidiano la donna è stata licenziata con effetto immediato lo scorso febbraio: l'interessata sta impugnando questa decisione in tribunale e chiede un risarcimento. "Attualmente ha lo status di persona informata sui fatti", ha spiegato Kaltenrieder.
L'ammontare del danno "non può essere quantificato al momento, ma sulla base delle informazioni fornite finora le presunte appropriazioni indebite ammonterebbero a diversi milioni di franchi", ha aggiunto il magistrato. Contattato da 24 Heures l'avvocata dell'ex dipendente ha quantificato la cifra in circa 6,5 milioni di franchi.
Secondo l'ex datore di lavoro è stato possibile limitare le perdite. "Fortunatamente, il nostro danno è molto più contenuto", afferma la ditta in dichiarazioni riportate dal giornale. "Avrebbe potuto essere ulteriormente ridotto se la nostra dirigente non avesse mentito a colleghi e superiori quando è stata interrogata sulla natura e sulla destinazione dei trasferimenti".
I giornalisti del foglio vodese hanno però parlato anche con l'ex dirigente. "Sono una vittima. Non sto bene da un anno. Prendo farmaci che prima non prendevo, non dormo bene. Sono stata interrogata per ore dalla polizia e poi dal pubblico ministero. Soffro di disturbo post-traumatico da stress", ha affermato, scioccata dalle accuse mosse dal suo ex datore di lavoro.