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SVIZZERALe iniziative su costi sanità e premi malattia «propongono soluzioni sbagliate»

23.04.24 - 13:32
Le proposte popolari per premi meno onerosi (PS) e per un freno ai costi (Centro) saranno in votazione il 9 giugno.
Ti-Press
Fonte Ats
Le iniziative su costi sanità e premi malattia «propongono soluzioni sbagliate»
Le proposte popolari per premi meno onerosi (PS) e per un freno ai costi (Centro) saranno in votazione il 9 giugno.

BERNA - L'iniziativa del Centro per un freno ai costi e quella del PS su premi malattia rispondono a «preoccupazioni reali ma propongono soluzioni sbagliate». È il parere del Comitato formato da rappresentanti di UDC, PLR e Verdi liberali che chiede al popolo di bocciare il 9 giugno queste due proposte a favore di altrettanti controprogetti.

No all'esplosione dei costi
L'iniziativa per premi meno onerosi della sinistra chiede che nessuno debba pagare più del 10% del reddito disponibile per i premi di cassa malattia, ha esordito la consigliera nazionale Regine Sauter (PLR/ZH). Per raggiungere tale obiettivo, la riduzione di quest'onere dovrebbe venir finanziata per almeno due terzi dalla Confederazione e per il resto dai Cantoni.

Solo nel 2020, la Confederazione e i Cantoni hanno finanziato la riduzione dei premi stanziando complessivamente 5,5 miliardi di franchi all'anno (2,9 miliardi a carico della Confederazione e 2,6 sulle spalle dei Cantoni). Con l'iniziativa i sussidi esploderebbero, secondo Sauter.

«A nostro parere, ha spiegato il consigliere nazionale UDC di Ginevra Thomas Bläsi, si tratta di una proposta inappropriata ed estremamente gravosa». Inappropriata perché, hanno ripetuto all'unisono Sauter e Bläsi, si limita a contrastare i sintomi, ossia i costi sanitari in crescita, e di riflesso dei premi, senza però fare nulla per incitare i Cantoni a ridurli.

Iniziativa antisociale
Gravosa perché dal 2030 i costi stimati supplementari annuali ammonterebbero a 12 miliardi, di cui due terzi a carico della Confederazione. I costi per la Confederazione e i Cantoni aumenterebbero di un quarto. Si tratta del doppio di quello che costerà garantire una tredicesima AVS ai pensionati, ha sottolineato Sauter.

Dal momento che non sarebbe possibile ridurre le spese della Confederazione per una simile somma, l'unico modo per finanziare questo ulteriore onere sarebbe un aumento di 2,5 percentuali dell'Iva, ha dichiarato Bläsi, superando così la soglia del 10%. Si tratta di una soluzione che andrebbe a svantaggio di tutti, insomma antisociale, ma soprattutto della classe media che non approfitta dei sussidi per il pagamento dei premi.

Cantoni alla cassa, ma con moderazione
Meglio insomma il controprogetto indiretto, secondo Sauter e Bläsi, che risponde in parte all'iniziativa, ma è finanziariamente sopportabile e incita i Cantoni a sorvegliare l'evoluzione dei costi sanitari.

Il controprogetto prevede un aumento del contributo dei Cantoni ai sussidi stimato in 360 milioni. L'importo che un Cantone deve stanziare per la riduzione dei premi dipenderà dai costi sanitari del Cantone interessato. I Cantoni con costi elevati dovrebbero pagare di più rispetto a quelli con costi inferiori e sarebbero così incentivati a contenere le spese a carico dell'assicurazione obbligatoria. Un Cantone che riesce invece a frenare l'aumento dei costi sul proprio territorio, ad esempio con una pianificazione ospedaliera efficace, risparmierà anche sull'onere connesso alla riduzione dei premi.

Iniziativa assurda
In merito all'iniziativa del Centro, ha affermato Sauter, quest'ultima prevede che l'aumento dei costi sanitari pro capite non possa essere nettamente superiore (non più del 20%) all'incremento dei salari e alla crescita dell'economia. In tal caso, la Confederazione, i Cantoni e i partner tariffali sarebbero obbligati a prendere misure correttive.

Stando a Sauter, il meccanismo automatico proposto del Centro è assurdo e controproducente. Vincolare la spesa sanitaria alla crescita economica porterebbe infatti a drastici tagli nelle prestazioni, si è detta convinta la consigliera nazionale Melanie Mettler (Verdi liberali/BE).

A rischio qualità delle cure
Gli ospedali, le case di cura e gli altri fornitori di servizi sanitari sarebbero costretti a ridurre le prestazioni urgentemente necessarie. Ciò si ripercuoterebbe negativamente sulla qualità dei trattamenti e sui tempi di attesa.

Anche la Germania, ha proseguito Sauter, aveva introdotto il cosiddetto global budget per poi decidere recentemente di abbandonare questa rigida normativa. A causa dell'organizzazione del sistema, capita spesso che i medici abbiano esaurito il loro budget per i trattamenti prima della fine del mese, trovandosi di conseguenza nell'impossibilità di curare altri pazienti. I malati devono attendere per ricevere le cure.

Controprogetto meno rigido
Anche in questo caso, hanno ricordato i membri del comitato, il parlamento ha elaborato un controprogetto a livello di legge che accoglie in parte gli obiettivi perseguiti dal Centro. In pratica, il Consiglio federale dovrà definire ogni quattro anni obiettivi di costo per determinare l'aumento massimo dei costi dell'assicurazione obbligatoria.

Gli attori del settore sanitario dovranno giustificare in anticipo perché e in che misura i costi aumenteranno nei singoli ambiti, creando così trasparenza sull'evoluzione delle spese. Se i costi crescessero più di quanto concordato e in maniera ingiustificata, il Consiglio federale e i Cantoni dovrebbero esaminare la possibilità di adottare misure correttive. Il controprogetto entrerà in vigore se l'iniziativa sarà respinta e sempre che non sia contestato con successo mediante referendum.

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