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ZURIGOLa Svizzera non è preparata alle catastrofi

12.02.23 - 19:30
Pericoli naturali e incidenti, un gruppo di medici lancia l'allarme: «Con oltre 25 feriti gravi abbiamo già un problema»
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La Svizzera non è preparata alle catastrofi
Pericoli naturali e incidenti, un gruppo di medici lancia l'allarme: «Con oltre 25 feriti gravi abbiamo già un problema»

ZURIGO - Cosa accadrebbe se in Svizzera ci fosse un terremoto come quello che ha scosso Turchia e Siria? E se si verificasse un grave incidente ferroviario o un aereo si schiantasse su una zona residenziale? O, ancora, se avesse luogo un incidente nucleare?

Sono tutti interrogativi, questi, che preoccupano non poco il dott. Mathias Zürcher, che si occupa di medicina delle catastrofi presso l'ospedale universitario di Basilea. «In Svizzera abbiamo un problema già quando i feriti gravi sono più di 25», ha sottolineato sulla SonntagsZeitung. In pratica non è la capacità di curare i feriti che manca, ma non in tutte le aree geografiche sarebbe sufficiente. Inoltre i posti letto sarebbero troppo sparsi per il Paese, facendo così venire a mancare «una visione d’insieme».

Zürcher fa parte di un gruppo di medici preoccupati. Tra questi Joseph Osterwalder, professore emerito di medicina d'urgenza ed ex primario presso l'Ospedale cantonale di San Gallo, e Martin Oberholzer-Riss, professore emerito di patologia all'Università di Basilea ed ex presidente del Centro di competenza per la medicina militare e la medicina in caso di catastrofe. 

Le conseguenze di un terremoto in Svizzera - Secondo un'analisi nazionale dei rischi un forte terremoto in Svizzera può verificarsi una volta ogni mille anni. Le conseguenze sarebbero devastanti: 1.500 morti e 5.000 feriti gravi, con disagi estremi a livello sanitario, come afferma il documento dell'Ufficio federale della protezione della popolazione.

Uno dei motivi dietro ai limiti nelle cure d’emergenza è la pressione a cui sono già sottoposti gli ospedali. Non solo manca personale, ma sono scarse anche le risorse finanziarie. C'è poi un problema: il sistema sanitario è organizzato su base cantonale. Non esiste un organo nazionale che coordini e sia anche autorizzato a dare istruzioni in caso di crisi. C'è inoltre una mancanza di accordi oltre i confini nazionali.

«I servizi di soccorso e la medicina acuta hanno rilevanza anche in termini di politica di sicurezza», afferma Zürcher. Per il medico questi compiti non possono, dunque, essere semplicemente delegati ai Cantoni. La Svizzera «preferisce procurare nuovi aerei da combattimento e materiale bellico pesante per le truppe di terra piuttosto che coordinare in modo credibile e competente il servizio medico, rilevante nella sicurezza nazionale», ha aggiunto Oberholzer-Riss.

La questione del SSC - A livello federale ci sarebbe il Servizio sanitario coordinato (SSC). Durante la pandemia ha raccolto dati sui posti in ospedale e nelle terapie intensive assumendo compiti di coordinamento, ma i suoi limiti sarebbero stato presto evidenti. E la situazione sembra essere anche peggiorata dopo che, dal 1° gennaio, è passato dall’Aggruppamento Difesa all’Ufficio federale della protezione della popolazione (UFPP).

Il gruppo dei medici è del parere che il SSC sia stato a lungo strutturato in modo incompleto e non coordinato e che «la riforma abbia solo peggiorato le cose», vista la mancanza di competenza specifica da parte dell’UFPP. D'altra parte, non è chiaro come continuerà ad agire il SSC senza un mandato sufficientemente chiaro.

Osterwalder spera che il servizio venga sviluppato per poter affrontare i problemi prioritari dell'assistenza in situazioni straordinarie e in caso di incidenti con molti feriti gravi. «Ma prima di tutto dobbiamo assicurarci il SSC non fallisca».

Secondo l'UFPP, il Servizio sanitario coordinato è stato meglio inserito nel sistema integrato della protezione della popolazione. Compito del SSC dovrebbe dunque essere quello di «supportare la sanità pubblica con l’impiego coordinato di mezzi della protezione della popolazione, di organizzazioni private, di altri cantoni e dell’esercito, al fine di fornire la migliore assistenza sanitaria possibile ai pazienti in caso di catastrofi e situazioni d’emergenza».

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COMMENTI
 

MAHE93 1 anno fa su tio
Ciola l importante e organizzare i fuochi d artificio il festival e cavolate simili

F/A-19 1 anno fa su tio
Risposta a MAHE93
Ma anche levare i posteggi dal centro, mettere il 30 dappertutto con tanto di radar dietro ad ogni angolo e bus vuoti ogni 10 minuti ma carissimi. Avviare cantieri uni dietro l’altro ed inventarsi megacantieri dai costi miliardari a carico del sempre più trombato cittadino medio.

tulliusdetritus 1 anno fa su tio
La Svizzera non è preparata alle catastrofi. Ma ci si sta allenando mettendo certi elementi in consiglio federale

Bric&Brac 1 anno fa su tio
Ricordatevi che a lato di una galleria autostradale c'è un ospedale militare con migliaia di posti letto, penso che tutti quei dottorini con permesso di lavoro, .....glian, dell EOC che girano con le mani in tasca sarebbe la volta buona che si rendono utili

Trizi 1 anno fa su tio
magari

UtenteTio 1 anno fa su tio
Vorrei ricordare che il sistema DIM (Dispositivo Incidente Maggiore) in Ticino è nato grazie o purtroppo al bus precipitato sulla strada Nüfenen-Bedretto (estate '92, giusto?) dove ci si è accorti che qualcosa andava cambiato nella gestione di un incidente; ad occuparsi di triage e sistemi di intervento fortunatamente non sono i medici che hanno rilasciato l'intervista ma il personale di ambulanza-pompieri e polizia in appoggio. I posti medici avanzati presenti nelle manifestazioni servono anche a fare un triage prima di mandarli al PS e fanno un grande lavoro. Ma si è dimostrato che nonostante i mille scenari esercitati, il covid (per fortuna non era altro, tipo l'ebola) ha fatto venire la schiena fredda a chi ha studiato (sulla carta dell'univeristà di turno) e già solo far spostare 5 letti ha creato panico facendo passar per genio chi ha trovato le soluzioni. Se dovesse crollare un palazzo di 5 piani, 4 appartamenti per piano, media di 3 persone ad appartamento = 60 persone (ma dubito che si sappia realmente l'occupazione, il movimento abitanti dei comuni registra 7 persone nello stesso appartamento senza controllare la fattibilità, ottimo è l'esempio dei finti residenti frontalieri); vorrei vedere chi è preparato visto che non tali scenari non sono mai stati sperimentati, l'unico scenario è a Rivera presso la Pci ed è lo stesso da 30 anni. Se dovesse succedere su terremoto a Viganello nel famoso palazzo posta o Cassarate alla Casa Torre quanti sarebbero i vivi, 5% forse? Mi viene da pensare che non si conosce lo stato delle nostre abitazioni e vedendo quelle costruite in piena speculazione edilizia con le pareti in cartongesso dei locali, dovrebbe far pensare. Mi ricordo a casa dei miei nonni negli anni '80-'90 a Lugano, i due palazzi in Via Vignola, all'ultimo piano i terremoti si sentivano, quindi anche il Ticino non dovrebbe chiamarsi fuori.

Muntin 1 anno fa su tio
Tutte notizie per creare tensione e c'è chi ci guadagna! grazie ai nostri politici e consiglio federale. Povera CH come siamo caduti in basso.

Hatezov lll 1 anno fa su tio
Risposta a Muntin
😂😂😂 poi ci sono quelli come te,complottari semplici ignoranti!

Swissabroad 1 anno fa su tio
Risposta a Muntin
Antidepressivi ce ne sono sul mercato, non preoccuparti

Suissefarmer 1 anno fa su tio
Risposta a Muntin
il covid a bloccato un sistema, se ci fosse un virus più aggressivo? e chiaro che l'essere umano si prepara solo le cose comode... magari con tutti i soldi che girano nel ambiente sanitario bisognerebbe prepararsi meglio no? purtroppo sarà sempre troppo tardi.

dan007 1 anno fa su tio
Nessuno e pronto a catastrofi di dimensioni eccezzionali

Dex 1 anno fa su tio
Risposta a dan007
25 gravi non è eccezioneale
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