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SVIZZERA«Un bambino che ottiene tutto non si rafforza»

20.12.22 - 00:00
Bambini, insicurezza e problemi mentali. L'esperta: «I genitori hanno paura di sbagliare, non va concesso tutto subito»
Tamedia AG / Urs Jaudas (TA)
«Un bambino che ottiene tutto non si rafforza»
Bambini, insicurezza e problemi mentali. L'esperta: «I genitori hanno paura di sbagliare, non va concesso tutto subito»

BERNA - La depressione è in aumento e le assenze dal lavoro (o dalla scuola) dovute a problemi psicologici sono a livelli record, in particolare tra i giovani.

In un approfondimento sul tema, ieri il domenicale Sonntagszeitung ha spulciato con più dettaglio le statistiche pubblicate recentemente dall'Ufficio federale di Statistica, secondo cui per la prima volta le malattie mentali sono state la causa più frequente di ricovero ospedaliero tra i giovani di età compresa tra i 10 e i 24 anni.

Si è parlato tanto delle cause, passando dalla pressione del mondo del lavoro all'incertezza causata dal Covid o dalla guerra in Ucraina. Per capirne di più, il giornale d'oltralpe ha interpellato la psicologa Eliane Perret, che si occupa da oltre 30 anni di bambini e adolescenti con disturbi mentali.

«I genitori hanno paura di sbagliare»
Per l'esperta, a molti bambini manca la sicurezza interiore per poter affrontare le difficoltà. E il tutto è da ricondurre all'insicurezza dei genitori che hanno buone intenzioni, ma che spesso fanno più male che bene. Questo perché hanno paura di sbagliare, soprattutto quando si tratta di pretendere qualcosa da loro o di negare un desiderio. Ciò che ha esattamente l'effetto opposto a quello sperato: «Un bambino che riceve tutto senza nulla in cambio non si rafforza. Ha bisogno di una guida, di un orientamento su cosa è importante nella vita».

In termini più concreti, la psicologa ha spiegato che «i bambini hanno bisogno di essere rassicurati sul fatto che possono superare le situazioni difficili della vita con le loro forze». Ma per questo serve esperienza, e non si devono quindi rimuovere tutte le difficoltà dal loro cammino.

Seppur avere qualcuno su cui contare sia fondamentale per lo sviluppo dei bambini, «oggi la teoria dell'attaccamento è spesso fraintesa. Un legame forte non si crea se i genitori soddisfano sempre i bisogni del bambino in modo immediato e diretto. Proprio per niente. L'attaccamento sicuro o la sensazione di sicurezza si verifica quando il bambino riceve chiare direttive dai genitori», ha chiarito Perret.

«Hanno bisogno di compiti»
Non è quindi nell'interesse del bambino farlo decidere su tutto. «Anche quei genitori che pensano di dover dare ai loro figli la massima libertà di scelta possibile sbagliano, questo non è nell'interesse del bambino. Hanno bisogno di compiti, per sentirsi autoefficaci e rafforzati e perché solo così si rendono conto di essere importanti per gli altri, di essere importanti per le persone reali nel mondo reale. Non si dovrebbe voler proteggere i bambini dalla vita. L'esempio più diffuso è quello dei genitori che accompagnano i figli a scuola».

Ma perché i social media esercitano una tale attrazione sui giovani? «Osserviamo che molti bambini sono disorientati e instabili. Non sanno cosa fare di loro stessi, e riempiono questo vuoto con i social media. I giovani hanno quindi bisogno di più basi, di più realtà, non solo di storie di fantasie (oltre ai social, anche i libri per ragazzi ne sono pieni)». 

Ma ci sono più diagnosi anche perché sono cambiate le modalità di trattamento dei disturbi dello sviluppo e dei problemi comportamentali. «Dagli anni '80 i disturbi mentali sono stati sempre più compresi come disturbi biochimici del cervello e trattati con farmaci. Le cause psicosociali e le condizioni ambientali sono diventate (erroneamente) meno rilevanti, e da allora sono aumentate le diagnosi nei bambini», ha confermato Perret.

L'importanza dell'apprendistato
Secondo l'esperta, i giovani possono capire cos'è la vita, come padroneggiarne le sfide e i compiti grazie alla formazione professionale. «Durante un apprendistato, i giovani devono sviluppare soluzioni per compiti reali, ricevere una guida e acquisire determinate conoscenze necessarie. Siamo sempre stupiti dai passi avanti che i giovani compiono dopo aver iniziato un apprendistato. Diventano orgogliosi e trovano una nuova prospettiva».

Per Perret, come società «abbiamo il compito di mostrare ai giovani che cos'è la vita, che ha i suoi compiti e che questi possono essere padroneggiati». Anche perché quando si entra nella spirale dei ricoveri spesso si fa fatica. «Passare delle settimane in un reparto psichiatrico ha un effetto sui giovani. Quando a 16 anni un giovane ha già un dossier di malattia spesso dieci centimetri, si sente malato e pensa a ciò che effettivamente non va».

L'esperta e insegnante ha quindi ricordato un giovane arrivato da lei più di 20 anni fa, che le ha chiesto: «Signora Perret, cosa sarà di me se sono già stato in una clinica psichiatrica a quest'età?». Lei ha però risposto: «Guardala al contrario: ci sei già passato e hai tutta la vita davanti». Ed è esattamente quello che è successo: il giovane ha poi completato un apprendistato impegnativo, e non ha mai più avuto bisogno di cure psichiatriche.

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COMMENTI
 

seo56 1 anno fa su tio
👏🏻👏🏻👏🏻👏🏻

Güglielmo 1 anno fa su tio
ecco che tutti i nodi arrivano al pettine... ma tanto indietro non si torna.

Geni986 1 anno fa su tio
Brava la signora Perret. Ed è stata ancora gentile rilevando nei genitori d'oggi "buone intenzioni". Per molti, purtroppo, l'importante è che i figli non rompano; quindi dispositivi elettronici a gogò e la dinamica descritta sopra è ancora più estrema. Regole e compiti: fondamentali!

Elisa_S 1 anno fa su tio
Risposta a Geni986
Hai ragione ma vista dai ragazzi e diverso. Nostro figlio dodicenne ha un telefono che prende occasionalmente fuori casa. Senza dati internet , giochi in voga nessuno da giocare offline. Purtroppo a scuola lo hanno deriso perché non ha accesso a internet . Ovviamente non lo avrà fuori casa senza controllo l accesso. Ma non e facile spiegargli il perché. Altro caso tutti parlavano di un gioco...lui si sentiva escluso perché non sapeva di cosa si trattasse... cerchiamo di spiegare che non e sempre da intelligenti e furbi seguire il gregge...ma non e facile.

SteveC 1 anno fa su tio
E ci voleva uno studio per capirlo?

Brissago 1 anno fa su tio
Questo il frutto del benessere dei paesi ricchi! non si può volere la botte piena e la moglie ubriaca!
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