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SVIZZERA"Un milione di stelle" contro la povertà

17.12.22 - 16:58
L'iniziativa di Caritas mira a sensibilizzare sul tema, in un periodo non facile per molti
Keystone
Fonte Ats
"Un milione di stelle" contro la povertà
L'iniziativa di Caritas mira a sensibilizzare sul tema, in un periodo non facile per molti

BERNA - Su iniziativa di Caritas, oggi sono state accese candele in un centinaio di città svizzere nell'ambito della campagna "Un milione di stelle", voluta per sensibilizzare sulla povertà. In Piazza federale a Berna ne sono state accese 4000, in presenza di 800 persone circa.

L'obiettivo era attirare l'attenzione su un dato spesso trascurato: 722'000 persone, secondo l'Ufficio federale di statistica, vivono in povertà in Svizzera. L'azione è diventata ormai tradizionale per Caritas, che la ritiene anche un'occasione di incontro e convivialità durante la quale i presenti possono condividere tè caldo e biscotti.

«Il periodo natalizio è molto difficile quando mancano i soldi», ha ricordato Christine Gerstner, una delle coordinatrici dell'evento, citata in un comunicato, aggiungendo che la povertà è spesso sinonimo di isolamento.

Oltre ai circa 700'000 poveri, ci sono quasi altrettante persone che vivono con il minimo indispensabile, è stato sottolineato dall'organizzazione. Ad essere particolarmente colpiti dal fenomeno sono i bambini e i giovani, così come le persone poco qualificate, le famiglie monoparentali, quelle numerose e i single.

Secondo la newsletter dell'associazione Armutinfo.ch, la povertà rimane un argomento tabù in Svizzera. Molte delle persone colpite preferiscono vivere ai margini della società piuttosto che chiedere aiuto. In particolare i giovani.

«Questa povertà nascosta è un vero problema per la società», secondo Armutinfo. I rifugi di emergenza per i giovani, su cui ricadono le difficoltà dei genitori, sono presi d'assalto, come quello di Berna. Istituito sei mesi fa per i ragazzi dai 14 ai 23 anni, è ora sovraffollato. L'offerta di strutture di questo tipo per i giovani in situazioni precarie è ancora largamente insufficiente, mette in guardia l'organizzazione.
 
 

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