Autopostale e veicoli dei portalettere andranno tutti a elettricità dal 2030

La Posta annuncia l'impiego esclusivo di elettricità da fonti rinnovabili svizzere per il suo parco automezzi
BERNA - Con il più ampio parco veicoli del Paese e i suoi numerosi immobili, oggi la Posta è responsabile dell’1% delle emissioni di CO2 della Svizzera. Per allinearsi alla scadenza (2030) che in Europa fermerà l'orologio della produzione di carbonio, le poste svizzere sono già al lavoro per disegnare il futuro della propria mobilità aziendale.
Christian Plüss, responsabile Servizi di mobilità, ci aiuta a inquadrare la situazione e a far capire meglio che cosa prevedono nello specifico le azioni che Posta ha in serbo di attuare.
«La Posta vuole azzerare completamente l’impatto climatico del proprio esercizio dal 2030 - esordisce Plüss - alcune delle misure previste sono il passaggio a propulsioni alternative per i nostri veicoli per il recapito di lettere e pacchi e per il trasporto di persone, con l’impiego esclusivo di elettricità da fonti rinnovabili svizzere e la sostituzione dei sistemi di riscaldamento da fonti fossili».
Dalla rivoluzione green non sarà ovviamente escluso l'autobus per antonomasia di Poste. «Anche il parco veicoli di AutoPostale sarà pian piano elettrificato o spinto senza l’impiego di combustibili fossili - conferma Plüss - entro il 2030 non riusciremo tuttavia a ridurre del tutto le nostre emissioni di CO2. Per questo vogliamo compensare quelle restanti, che non sono riducibili mediante le misure citate».
Così entro il 2040 «la Posta diminuirà o eliminerà dall’atmosfera tutte le emissioni prodotte lungo l’intera catena di creazione del valore, compresi fornitori e partner di trasporto, così da generare emissioni nette di CO2 pari a zero».




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