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VAUD / ITALIA«Il lockdown ha evitato 200'000 ricoveri»

27.04.20 - 12:15
Uno studio svizzero analizza la situazione in Italia. Le restrizioni avrebbero ridotto del 45% il tasso di trasmissione
keystone (archivio)
Fonte ats
«Il lockdown ha evitato 200'000 ricoveri»
Uno studio svizzero analizza la situazione in Italia. Le restrizioni avrebbero ridotto del 45% il tasso di trasmissione

LOSANNA - Il confinamento ha impedito il ricovero di almeno 200.000 persone in Italia, secondo uno studio svolto da co-autore da un ricercatore del Politecnico federale di Losanna. Le restrizioni alla mobilità e alle interazioni umane avrebbero ridotto il tasso di trasmissione del 45%.

«Le drastiche misure adottate dal governo italiano hanno avuto un effetto decisivo e hanno impedito il tracollo delle infrastrutture mediche del Paese», precisa l'Alta scuola in un comunicato. Il Politecnico si basa su uno studio pubblicato sulla rivista PNAS in cui è co-autore del Professor Andrea Rinaldo assieme ad accademici di Milano, Venezia, Zurigo e Padova.

Gli specialisti hanno creato un modello dello sviluppo della pandemia di Covid-19 in Italia tenendo conto del numero di persone ricoverate in ospedale e del numero di decessi riportati tra l'inizio dell'epidemia e il 25 marzo. Hanno inoltre incluso la distribuzione geografica tra le 107 province italiane. I ricercatori hanno pure valutato la mobilità della popolazione prima e durante la pandemia: attraverso censimenti statistici e tramite uno studio indipendente che ha sfruttato i dati di geolocalizzazione dei telefoni cellulari.

Il loro modello ha permesso di mappare la diffusione dell'epidemia in base a diversi scenari: limitando la mobilità e i contatti - come ha fatto il governo italiano - o non intervenendo affatto. In questo modo, hanno valutato il previsto aumento dei ricoveri nelle diverse province italiane. «Grazie alla loro modellazione, i ricercatori hanno stimato anche che 600.000 persone sono state infettate dal coronavirus in Italia, senza necessariamente aver mostrato sintomi», precisa il comunicato stampa. Questa cifra è molto più alta di quella ufficiale.

Il professor Andrea Rinaldi considera questo lavoro di modellazione come un «primo passo». «Questo modello fornisce una solida base scientifica per la pianificazione d'emergenza. Ora lo useremo per analizzare anche gli scenari futuri», afferma nella nota.

Il professore ha più di un decennio di esperienza nella modellazione delle epidemie, in particolare il colera e altre malattie legate all'acqua. Per realizzare questo studio in breve tempo ha «ingaggiato» ex dottorandi e un professore invitato.

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