I ricercatori Guillaume Jouvet e Matthias Huss hanno sviluppato un modello informatico tridimensionale del più grande ghiacciaio alpino
ZURIGO - Il maestoso ghiacciaio dell'Aletsch (VS) non esisterà più nel 2100 se il riscaldamento climatico proseguirà in modo sfrenato. Nel migliore dei casi il suo volume rappresenterà solo il 40% della sua massa attuale, secondo quanto rileva uno studio del Politecnico federale di Zurigo (ETH).
I ricercatori Guillaume Jouvet e Matthias Huss hanno sviluppato un modello informatico tridimensionale del più grande ghiacciaio alpino per rendersi conto dell'aspetto che avrà nel 2100, ha comunicato oggi l'ETH. I risultati del loro studio sono stati pubblicati nella rivista scientifica "Journal of Glaciology".
Per simulare il suo scioglimento hanno inserito nel computer diversi scenari regionali di evoluzione climatica: un riscaldamento medio tra 1 e 2 gradi, un secondo tra 2 e 4 gradi e un terzo tra 4 e 8 gradi, rispetto al periodo di riferimento tra il 1960 et 1990. Hanno anche inserito nella loro simulazione l'evoluzione del clima nel corso degli ultimi dieci anni.
Animazione grafica - Sul sito online dei ricercatori, un'animazione grafica mostra lo scioglimento del ghiacciaio in versione accelerata fino a quando il ghiaccio è quasi interamente scomparso. Se non si farà nulla contro il riscaldamento climatico, secondo i ricercatori, rimarranno solo dei singoli resti.
Se la comunità internazionale riuscisse a mettere in atto l'Accordo di Parigi sul clima e a ridurre rapidamente e in modo considerevole le emissioni di CO2, il clima si stabilizzerebbe verso la metà del secolo. Per il ghiacciaio dell'Aletsch una tale evoluzione significherebbe garantire nel 2100 la permanenza del 40% del suo volume attuale, ha indicato a Keystone-ATS Guillaume Jouvet. Tuttavia è necessario un grande sforzo.
E anche se fosse possibile bloccare il riscaldamento climatico al livello attuale, il ghiacciaio continuerebbe a sciogliersi fino a perdere la metà del suo volume entro la fine del secolo. I grandi ghiacciai reagiscono in effetti con un certo ritardo ai mutamenti del clima.