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BERNASorveglianza assicurati, gli sconfitti: Il dibattito arriverà a Strasburgo»

25.11.18 - 17:12
Il sì piuttosto netto uscito dalle urne non pone fine a un dibattito che rischia di trascinarsi fin sul tavolo della Corte europea dei diritti dell'uomo
Sorveglianza assicurati, gli sconfitti: Il dibattito arriverà a Strasburgo»
Il sì piuttosto netto uscito dalle urne non pone fine a un dibattito che rischia di trascinarsi fin sul tavolo della Corte europea dei diritti dell'uomo

BERNA - Il sì piuttosto netto uscito dalle urne non pone fine a un dibattito che rischia di trascinarsi fin sul tavolo della Corte europea dei diritti dell'uomo (CEDU). È quanto assicurano i perdenti della votazione odierna sulla base legale per la sorveglianza degli assicurati, approvata dal 64,7% della popolazione.

L'avvocato Philipp Stolkin, uno dei leader del comitato referendario che si opponeva alla modifica di legge proposta dal Consiglio federale, è sicuro che saranno parecchie le persone sottoposte a osservazione segreta a rivolgersi ai giudici di Strasburgo per far valere i propri diritti.

Sollecitato dalla televisione svizzerotedesca SRF, Stolkin ha detto di non credere alla garanzia fornita dal governo sul divieto di filmare una persona all'interno della propria camera da letto. A suo avviso, le promesse dell'esecutivo di evitare abusi si dissolveranno in quattro e quattr'otto.

Delusione tra PS e Verdi - C'è delusione tra gli esponenti di PS e Verdi, formazioni che si erano schierate in favore del referendum lanciato per contrastare la revisione. Per la consigliera nazionale socialista Prisca Birrer-Heimo (LU), la campagna dei contrari ha perlomeno messo in evidenza i difetti della modifica legislativa. Stando alla sua collega di partito alla Camera bassa Rebecca Ruiz (VD), ora bisognerà precisare a livello di ordinanza tre punti: i luoghi dove possono avvenire le sorveglianze, le esigenze che i detective dovranno rispettare e il divieto a ricorrere a droni.

Il risultato odierno «è inquietante», ha invece tuonato Lisa Mazzone (Verdi/GE). Secondo la consigliera nazionale «colpire i presunti impostori è un discorso trito e ritrito che ancora oggi fa presa», ma la questione non è ancora chiusa, ha assicurato. La parlamentare ecologista ha inoltre constatato che il maggior scetticismo venuto a galla in Romandia illustra tutta la diffidenza nei confronti della lobby degli assicuratori.

Quest'ultima categoria è stata evocata anche da Dimitri Rougy, codirettore del comitato referendario, per il quale la ragione principale della sconfitta è da ricercare nei milioni investiti nella campagna dei gruppi d'interesse. «Non vi è delusione, sapevamo che la battaglia sarebbe stata difficile», ha sottolineato, aggiungendo che la disinformazione portata avanti dall'esecutivo ha distratto dalle gravi lacune del disegno.

Soddisfazione tra la destra - La destra invece esprime soddisfazione per lo scrutinio di oggi, rifiutandosi di vedere una spaccatura fra comunità linguistiche. Il consigliere nazionale e membro del comitato per il sì Benjamin Roduit (PPD/VS) ha respinto l'idea che i romandi siano più diffidenti del resto del Paese nei confronti degli assicuratori. La maggioranza dei cittadini ripone fiducia nel sistema attuale e vuole preservarlo, si è detto convinto.

«Sono semplicemente contenta che la popolazione abbia reintrodotto una pratica collaudata e in vigore per una decina d'anni, senza cadere nella trappola polemica e populista tesa dalla sinistra», ha invece affermato la consigliera nazionale Ruth Humbel (PPD/AG). Ora c'è la certezza che le prestazioni verranno erogate correttamente, ha rilevato.

Chi froda il sistema nuoce ai beneficiari che non hanno niente da rimproverarsi, ha dal canto suo fatto notare il consigliere nazionale PLR Benoît Genecand (GE), mentre l'UDC ha parlato di un «secco rifiuto opposto dal popolo alla sinistra complice dei truffatori dell'aiuto sociale».

In vigore prima del 2020 - La nuova base legale per la sorveglianza degli assicurati potrebbe ora entrare in vigore prima del 2020. Lo ha annunciato il consigliere federale Alain Berset, commentando in conferenza stampa la vittoria del governo nella votazione odierna sul tema.

Per il ministro della sanità, gli svizzeri hanno detto sì ai detective, ma secondo regole strette. L'esecutivo ritiene che il chiaro consenso delineatosi dalle urne mostra come i cittadini auspichino assicurazioni sociali solide. Ma, allo stesso tempo, si vuole che il diritto a tali prestazioni sia esaminato con cura prima della concessione.

A essere interessate in primis saranno l'assicurazione invalidità e quella contro gli infortuni. Potranno ricorrere a osservazioni segrete di beneficiari di rendite come ultima risorsa e solamente se la situazione non può venire chiarita altrimenti.

Gli svizzeri sono attaccati alla protezione della sfera privata, che deve restare garantita, ha proseguito Berset. Il governo ha già messo in consultazione le esigenze che i detective devono soddisfare. Se il tutto resterà nei tempi previsti, l'ordinanza potrà entrare in vigore prima del 1° gennaio 2020, ha precisato il friburghese.

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