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IL SORPASSO A… DUE RUOTE“Gli tira il culo perché è finito dietro”, la storica stoccata di Valentino Rossi

18.05.23 - 12:00
Non solo Viñales-Bagnaia: il motorsport è pieno di zuffe
Reuters
“Gli tira il culo perché è finito dietro”, la storica stoccata di Valentino Rossi
Non solo Viñales-Bagnaia: il motorsport è pieno di zuffe
Nel 1990 Fausto Gresini mollò un cazzotto sul casco all’olandese Hans Spaan.
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LE MANS - A volte anche i migliori amici litigano di brutto ma, dopo un po’, nel ripensarci si fanno una bella risata e passano oltre. Francesco Bagnaia e Maverick Viñales non hanno certo una relazione strettissima ma il loro è sempre stato, e probabilmente sarà, un ottimo rapporto. Anche perché sono entrambi due bravi ragazzi, che amano sì correre ma che, per avere successo, non cercherebbero mai scorciatoie. E, infatti, la conclusione del loro scontro domenica a Le Mans è la cartolina perfetta di come dovrebbero essere vissute le competizioni visto che, come ha detto giustamente Maverick qualche ora dopo l’ormai celebre zuffa, “quello che succede in pista, finisce in pista”.

Così, ancor prima che i due finissero davanti agli stewards per chiarire la dinamica del loro incidente, quel fermare da parte di Bagnaia il commissario che lo stava riportando a bordo di uno scooter al box per caricare anche Viñales che era rimasto a piedi, fa capire che dopo le urla, le accuse e qualche spintone, la cosa per i due fosse già finita lì. “Io non ho mai fatto a botte nella mia vita, neanche da piccolo”, ha ricordato Bagnaia qualche tempo fa e chissà come deve essersi sentito mentre, ancora a terra, si è visto piombare addosso furioso Maverick.

La velocemente evaporata querelle tra i due ha riportato alla mente altri scontri più o meno veraci con protagonisti piloti delle due ruote. Niente di paragonabile alla sequela di pugni e tentativo di calcio che in Formula 1 Nelson Piquet rifilò al povero Emilio Salazar, reo di averlo buttato fuori pista mentre veniva doppiato nel GP di Germania 1982. Ma una scazzottata, seppur breve e non a favore di telecamere, fu quella che andò in scena nel 2001 tra Valentino Rossi e Max Biaggi, due che in quegli anni si amavano ancor meno del solito, sulla scaletta che dal parco chiuso portava sul podio del Montmelò. Una battuta infelice di Gino Badioli, allora manager di Rossi, nei confronti dello sconfitto Biaggi, fu la scintilla detonante. Max reagì, Valentino intervenne, volarono qualche pugno, spintoni e graffi, con Biaggi che subito dopo salì sul podio con un bel livido sullo zigomo. L’anno dopo, a Donington, Max si vendicò sfiorando con la sua Yamaha la Honda di Rossi che, seduto all’amazzone, stava festeggiando la vittoria. “Gli tira il culo perché è finito dietro”, fu la battuta al vetriolo di Vale.

Famosi, perché intercettati da un fotografo di Motosprint in quel di Spa, furono invece i calci che nel 1975 Walter Villa rifilò a Johnny Cecotto in pieno rettilineo, mentre ancora oggi Loris Capirossi ride nel ricordare come nel giorno del suo primo Mondiale 125, nel 1990 a Phillip Island, il suo compagno Fausto Gresini mollò un cazzotto sul casco all’olandese Hans Spaan, l’unico che poteva insidiare il titolo a Capirex.

Pugni volarono nel 2021 in Qatar tra l’inglese John McPhee e lo spagnolo Jeremy Alcoba, che lo aveva tirato giù, così come l’anno dopo a Valencia tra Kaito Toba e Jaume Masia. Nessuno di loro, però, subito offrì un passaggio sullo scooter al rivale per tornare al box. Questione di stile.

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