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CHRISTIAN FINISoffro lo stress

14.03.23 - 09:23
di Christian Fini, Presidente PLR Gravesano e Candidato al Gran Consiglio
Christian Fini
Soffro lo stress
di Christian Fini, Presidente PLR Gravesano e Candidato al Gran Consiglio

GRAVESANO - Dopo due anni di pandemia la vita sta riprendendo i ritmi a cui eravamo abituati. Ma se da un lato la frenesia ha preso il sopravvento sulla parte fisica del nostro corpo non si può dire altrettanto della nostra psiche.

Una fascia importante di popolazione ha sofferto o soffre tuttora di una forma anche leggera di ansia mista a stress. Un recente studio dell'Ufficio federale della sanità pubblica, stima che una persona ogni quattro in Svizzera è confrontato con questo malessere poiché legato al periodo pandemico o al recente conflitto bellico, più precisamente si parla di stress post pandemico.

Tutto ciò, concretamente, si manifesta nella vita di tutti i giorni con un peggioramento dei rapporti interpersonali, famigliari e lavorativi. Insonnia, ansia, depressione, sono i sintomi più comuni, e spesso capita di non riconoscerli o di confonderli con altre sintomatologie.

Delle affezioni che possono colpire tutti in qualsiasi fascia d'età, anche i più giovani. Basti pensare che circa un terzo dei giovani apprendisti in questi ultimi anni ha lasciato il proprio posto di lavoro o la propria formazione nel corso del primo anno. Un dato che fa riflettere, poiché non tutti questi ragazzi hanno arrestato il proprio percorso a causa d'insuccesso o insoddisfazione per il percorso intrapreso.

Un recente studio dell'Università di Stanford ha dimostrato che lo stress dovuto ad incertezza e all'isolamento ha alterato fisicamente il cervello degli adolescenti, facendolo apparire più vecchio di diversi anni e più stanco con un aggravamento degli stati di panico e dell'affaticamento mentale.

Questo perché alcuni bisogni primari sono stati abbastanza trascurati. Oltre alle necessità di base - i cosiddetti istinti - vi sono anche i bisogni psicologici, come le relazioni interpersonali, le esperienze piacevoli, la consapevolezza di noi stessi o di come potranno volgere le cose e il potere che noi abbiamo sulla nostra vita, e questa parte per un periodo importante è venuta meno.

Di questi temi se ne parla ancora troppo poco, servirebbero più serate di approfondimento, coordinate da Confederazione e Cantone e dei focus sul tema rivolti ai più giovani con l’ausilio dei social media.

Trovo che ora sia arrivato il momento garantire più spazio libero e attività in cui recuperare esperienze che in questi ultimi due anni sono state tolte per cause di forza maggiore. Perché diciamocelo chiaramente, due anni vita per un giovane sono essenziali per poter forgiare il proprio carattere e per le proprie esperienze di vita.

Ma un aiuto non dovrà arrivare solo nei confronti dei giovani, è responsabilità anche della nostra società poter assicurare che vi siano sufficienti mezzi a supporto di chi prova a ritornare alla normalità ma fa fatica a farlo. In questo caso sarebbe utile poter coordinare un servizio di coaching e reinserimento legato a queste tematiche.

Intanto per osservare gli eventuali effetti a lungo termine saranno fondamentali i risultati degli studi longitudinali in corso e dell’indagine sulla salute in Svizzera 2022 nonché i dati relativi all’evoluzione della fruizione di trattamenti psichiatrico-psicoterapeutici.

La salute è una sola. Prendiamoci cura di noi stessi, ascoltiamoci, non prendiamo tutto per sottointeso, ma soprattutto non demonizziamo ciò che non capiamo solo perché non ne siamo affetti.

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