Cerca e trova immobili

CANTONETutta la passione per l'HCAP in una canzone: è uscita "Némm Ambrì"

08.10.21 - 06:30
Paolo Tomamichel ha voluto rendere omaggio alla sua squadra del cuore (e al suo essere stato un fan sfegatato)
JANIKA E PAOLO TOMAMICHEL
Tutta la passione per l'HCAP in una canzone: è uscita "Némm Ambrì"
Paolo Tomamichel ha voluto rendere omaggio alla sua squadra del cuore (e al suo essere stato un fan sfegatato)

LOCARNO - Da ieri è disponibile sui portali di musica in streaming "Némm Ambrì", il brano che il cantautore ticinese Paolo Tomamichel ha dedicato alla sua squadra del cuore, l'Hockey Club Ambrì-Piotta.

Tomamichel, autore di ballate folk rigorosamente in dialetto e frequentatore della musica medievale con i Greensleeves, ha scelto per l'occasione un approccio più rock.

Con quale idea sei partito?
«L'idea era di fare una canzone tipo inno, con i cori e molto cantabile. Penso di essere riuscito a fare un pezzo molto orecchiabile. Anche se non è un vero e proprio inno: racconto quello che ho vissuto ad Ambrì, i ricordi di quando si andava a vedere le partite 50 anni fa con la pista ancora scoperta, il rumore delle mucche...».

Era qualcosa che meditavi da tempo?
«A dire la verità, quando ci fu il 60esimo dell'HCAP avevo scritto un pezzo che avevo inviato alla società. Poi si è perso tutto e non so più che fine ha fatto...».

Quel brano, quindi, non è mai stato pubblicato?
«No. Ora, sull'entusiasmo della pista nuova, ho pensato di riprovarci. Quando arriva l'autunno, sale in me la febbre dell'Ambrì. Vedendo i festeggiamenti per la Gottardo Arena, è cresciuta ancora di più (ride, ndr). Tutte emozioni che sono riuscito a convogliare in una canzone, frutto di due settimane di lavoro ininterrotto».

Hai fatto tutto da solo?
«Ho avuto un aiuto da un compaesano di Bosco Gurin, Matteo Bronz, per i cori campionati. In più alle voci c'è la mia compagna Sandra Eberle. La copertina, invece, è di mia figlia Janika».

Che tifoso HCAP è, Paolo Tomamichel?
«Fino ai 20 anni - adesso ne ho 55 - ero su di casa, alla Valascia. Non mancavo a una partita, sia in casa che in trasferta. Ero un pazzo. C'è stato un periodo, intorno ai 16 anni, che ero tra i capocurva. Ero quello che stava in piedi sulla stanga e dirigeva il tifo. Era prima della fondazione della Gioventù Biancoblù. Passavamo le giornate a pitturare i cartoncini blu e bianchi e poi curavamo le coreografie. Una volta sono caduto giù, dalla stanga...».

Cos'è successo?
«Sono volato giù durante un HCAP-Davos e sono finito in ospedale. Ho riportato una commozione cerebrale, era un sabato sera e sono rimasto una settimana a Faido. Il giorno che mi hanno dimesso mi sono presentato ad Ambrì per la partita contro il Kloten, con la testa fasciata e per la rabbia di mio padre (ride, ndr)».

Sei quindi ciò che si può definire un tifoso sfegatato.
«Quando andavo a scuola avevo la bici tutta biancoblù, le scarpe, i pantaloni... Quando andavo in giro doveva essere tutto biancoblù».

Non ci sono mai state conseguenze?
«Eh, i ragazzi luganesi della classe avevano il vizio di buttarmi la bici sul tetto del garage o di sgonfiarmi le ruote. Lo dovevo sopportare».

Hai inviato la canzone alla dirigenza dell'HCAP?
«Ho mandato una e-mail al presidente Lombardi e al comitato. Vedremo. Certo mi farebbe piacere suonarla dal vivo, alla Gottardo Arena...».

Cosa ti riserva il futuro?
«Sto lavorando al disco nuovo, siamo già in studio e uscirà prima di Natale».

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE