Quando la cassa fai-da-te piace tanto anche ai furbetti
Se a “passare” la spesa è il cliente i furti raddoppiano, lo conferma uno studio inglese. I dettaglianti svizzeri, però, minimizzano
LOSANNA - Scansionare da sé la propria spesa fa il cliente ladro? Parrebbe di sì, almeno stando a una recente ricerca pubblicata dall'Università di Leicester.
Il motivo? L'assenza del controllo diretto da parte del personale diminuirebbe la percezione dei rischi legati a un eventuale tentativo di furto. Analizzando le spese contenute in un milione di cestini in diversi supermercati americani, inglesi, belgi e olandesi i ricercatori hanno riscontrato che, al vaglio, non erano stati “tippati” circa 850¦000 articoli per un 4% del valore totale.
È praticamente il doppio rispetto al numero totale dei taccheggiamenti che avvengono normalmente. Tutto alla faccia dei risparmi fatti dalle catene di vendita con le riduzioni del personale. Attenzione però, perché «parte di quelle merci sfuggite al vaglio dello scanner potrebbe semplicemente essere stata dimenticata», puntualizzano gli autori della ricerca.
In ogni caso in Svizzera i dettaglianti restano ottimisti: «La maggior parte dei nostri clienti sono onesti. Non c'è una grandissima differenza fra le casse fai-da-te e quelle tradizionali», ha commentato Coop ai microfoni della Rts. Dal canto suo Migros ha invece voluto evidenziare come, nei pressi delle aree di “self-scanning”, vi sia sempre del personale che ha lo scopo sia di fornire aiuto, sia di dissuadere potenziali ladri.
Ikea, invece, evidenzia «una chiara differenza di merce rubata» fra le due tipologie di casse. Malgrado ciò il colosso svedese non pare intenzionato a rinunciarci: «ai clienti piacciono molto per il loro comfort e la loro rapidità».





