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REGNO UNITO

Londra non sosterrà l'UE su eventuali ritorsioni ai dazi USA

Lo anticipa il "Times": Regno Unito più vicino agli USA, come da tradizione.
afp
Fonte ats ans
Londra non sosterrà l'UE su eventuali ritorsioni ai dazi USA
Lo anticipa il "Times": Regno Unito più vicino agli USA, come da tradizione.
LONDRA - Reset delle relazioni con l'Unione europea sì, ma non a scapito della tradizionale relazione speciale fra Regno Unito e Stati Uniti che Londra punta a mantenere solida anche sotto la presidenza di Donald Trump. È questo, secondo rivelazion...

LONDRA - Reset delle relazioni con l'Unione europea sì, ma non a scapito della tradizionale relazione speciale fra Regno Unito e Stati Uniti che Londra punta a mantenere solida anche sotto la presidenza di Donald Trump. È questo, secondo rivelazioni del "Times", il messaggio rivolto ieri sera ai leader dei 27 da Keir Starmer, invitato per la prima volta nel post-Brexit a un Consiglio europeo allargato.

Il premier laburista britannico ha chiarito in particolare che il suo governo non ha intenzione di sostenere l'UE su eventuali ritorsioni commerciali - già minacciate dal presidente francese Emmanuel Macron e dal cancelliere tedesco Olaf Scholz - in risposta ai dazi evocati da Trump.

In pubblico, Starmer ha dichiarato che per l'isola le relazioni con gli USA e con l'Europa continentale sono entrambe «assolutamente importanti» e che «non è possibile scegliere una di loro» a danno dell'altra; ma in privato - scrive il "Times" citando fonti governative - ha sottolineato di considerare «vitale» per l'interesse nazionale del suo paese evitare prioritariamente qualsiasi scontro con l'alleato senior americano, da sempre il più strategico per Londra.

Il "Daily Mail", tabloid brexiteer, critica d'altronde il premier per la sua insistenza sulla volontà di portare avanti «un reset» con l'UE, in modo da rilanciare i rapporti pur senza mettere in discussione la Brexit, proprio mentre si profila una guerra commerciale Washington-Bruxelles.

E ipotizza che tale strategia possa finire per irritare il presidente Trump, a dispetto del fatto che questi abbia ammorbidito i toni nelle ultime settimane verso sir Keir fino a ventilare esplicitamente la possibilità di risparmiare il Regno Unito da qualunque dazio.

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