Cerca e trova immobili
SERBIA / RUSSIA

«Putin non è la Russia»

Momenti di protesta e tensione oggi a Belgrado presso il seggio allestito per le elezioni russe
keystone-sda.ch / STF (Darko Vojinovic)
Fonte ats
«Putin non è la Russia»
Momenti di protesta e tensione oggi a Belgrado presso il seggio allestito per le elezioni russe
BELGRADO - Al seggio elettorale allestito per le presidenziali russe a Belgrado alle 12.00, rispondendo all'appello di Yulia Navalnaya, si è formata oggi una lunga fila di elettori che mostrava una bandiera russa con la scritta «Putin non è la Rus...

BELGRADO - Al seggio elettorale allestito per le presidenziali russe a Belgrado alle 12.00, rispondendo all'appello di Yulia Navalnaya, si è formata oggi una lunga fila di elettori che mostrava una bandiera russa con la scritta «Putin non è la Russia».

Come riferiscono i media, a tratti vi sono stati momenti di tensione, con battibecchi e scontri verbali fra elettori fedeli alla dirigenza del Cremlino e sostenitori dell'opposizione. Alcuni hanno applaudito all'iniziativa avviata dalla moglie di Alexiei Navalny, altri hanno inneggiato al presidente Putin.

Sul prato antistante la scuola russa, dove è stato allestito il seggio elettorale, l'unico per i russi in tutta la Serbia, i sostenitori dell'opposizione hanno mostrato uno striscione di appoggio a Yulia Navalnaya, con una sua foto.

Stando ai media, a metà giornata avevano votato un migliaio di russi. Dopo l'intervento armato russo in Ucraina, decine di migliaia di russi si sono trasferiti in Serbia, e a Belgrado in particolare, per proseguire la loro attività lavorativa e professionale, divenuta problematica o del tutto impossibile in Russia per via delle sanzioni economiche e finanziarie imposte dall'Occidente contro Mosca.

Si tratta in larga parte di persone facoltose e con ampia disponibilità finanziaria - professionisti, informatici, specialisti, studiosi. In tanti hanno fondato nuove società, aperto locali, caffè e ristoranti, favoriti da un clima cordiale e di grande ospitalità.

La Serbia, legata da storica amicizia alla Russia e principale alleato di Mosca nei Balcani, è l'unico paese europeo, assieme alla Bielorussia, a rifiutarsi di aderire alle sanzioni occidentali contro la Russia, invocando i propri interessi nazionali, in primis le forniture energetiche a prezzi di favore e l'appoggio sul Kosovo.

Belgrado è l'unica capitale europea ad avere mantenuto voli diretti su Mosca e San Pietroburgo, con i russi che non hanno bisogno di visto e che in Serbia si sentono quasi come a casa loro, con una lingua comprensibile, usi e costumi vicini ai loro.

🔐 Sblocca il nostro archivio esclusivo!
Sottoscrivi un abbonamento Archivio per leggere questo articolo, oppure scegli MyTioAbo per accedere all'archivio e navigare su sito e app senza pubblicità.
Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.

Sappiamo quanto sia importante condividere le vostre opinioni. Tuttavia, per questo articolo abbiamo scelto di mantenere chiusa la sezione commenti.

Su alcuni temi riceviamo purtroppo con frequenza messaggi contenenti insulti e incitamento all'odio e, nonostante i nostri sforzi, non riusciamo a garantire un dialogo costruttivo. Per le stesse ragioni, disattiviamo i commenti anche negli articoli dedicati a decessi, crimini, processi e incidenti.

Il confronto con i nostri lettori rimane per noi fondamentale: è una parte centrale della nostra piattaforma. Per questo ci impegniamo a mantenere aperta la discussione ogni volta che è possibile.

Dipende anche da voi: con interventi rispettosi, costruttivi e cortesi, potete contribuire a mantenere un dialogo aperto, civile e utile per tutti. Non vediamo l'ora di ritrovarvi nella prossima sezione commenti!
NOTIZIE PIÙ LETTE