Il clima torrido sta avendo un impatto anche sulla produzione di miele e uova
ROMA - Oltre agli uomini, a soffrire il caldo sono anche gli animali, nelle case e nelle fattorie, dove le mucche, con le alte temperature, stanno producendo per lo stress fino ad oltre il 10% di latte in meno rispetto ai periodi normali. È l'allarme lanciato da Coldiretti - la maggior organizzazione italiana nel settore agricolo - sugli effetti negli allevamenti dell'innalzamento della colonna di mercurio nell'ultima settimana, dalle stalle ai pollai fino agli alveari, dove si registrano difficoltà nelle aree più colpite dall'afa.
«Per le mucche - sottolinea la Coldiretti - il clima ideale è fra i 22 e i 24 gradi, oltre questo limite mangiano poco, bevono molto e producono meno latte. Per questo sono già scattate le contromisure anti-afa nelle stalle, dove sono in funzione anche ventilatori e doccette refrigeranti per aiutare le mucche a sopportare meglio la calura, mentre gli abbeveratoi lavorano a pieno ritmo, perché con le alte temperature ogni animale arriva a bere i fino a 140 litri di acqua al giorno, contro i 70 dei periodi più freschi».
«Al calo delle produzioni di latte - precisa la Coldiretti - si aggiunge così un aumento dei costi nelle stalle, per i maggiori consumi di acqua ed energia che gli allevatori devono sostenere».
La situazione negli allevamenti è rappresentativo in realtà, continua la Coldiretti, dello stato di disagio provocato dal clima su animali e piante. «Se nei pollai si registra un netto calo della produzione di uova, le api stremate dal caldo - rileva la Coldiretti - hanno smesso di volare e non svolgono più il prezioso lavoro di trasporto di nettare e polline».
Mentre nelle campagne «gli agricoltori sono costretti a ricorrere all'irrigazione di soccorso per salvare le coltivazioni in sofferenza per le alte temperature, dagli ortaggi al mais, dalla soia al pomodoro».