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ITALIACosta Concordia: Tutte e 32 le vittime sono morte per asfissia da annegamento

29.04.14 - 11:08
L’accusa contesta la poca lucidità sulla plancia di comando. "Chiesero di essere trainati da una motovedetta della Guardia di Finanza"
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Costa Concordia: Tutte e 32 le vittime sono morte per asfissia da annegamento
L’accusa contesta la poca lucidità sulla plancia di comando. "Chiesero di essere trainati da una motovedetta della Guardia di Finanza"

GROSSETO - "L'asfissia da annegamento è la costante causa di morte riscontrata per tutte le vittime della Costa Concordia". Lo ha detto il capitano dei carabinieri Marco Barone testimoniando al processo di Grosseto. L'ufficiale, già comandante della compagnia di Orbetello, ricostruisce come teste di accusa, i decessi delle 32 vittime del naufragio.

Il dramma del naufragio - "C'era gente che cadeva in acqua, c'era chi nuotava, altre persone sbattevano da una parte all'altra della nave come palline del flipper. Non erano solo passeggeri, c'erano anche altri dell'equipaggio, come i filippini": recita così l'intercettazione fatta dopo il naufragio e ascoltata ieri nel processo. Le parti civili hanno voluto mettere in evidenza fasi drammatiche del naufragio della Costa Concordia in particolare, come hanno detto alcuni legali dei passeggeri, "l'errore del personale di bordo di avviare parte dei passeggeri sul lato di dritta, che nell'inclinazione della nave andava verso il basso e dove si verificò la maggior parte dei decessi".

Nave a motovedetta: 'trainateci', 'impossibile!' - La sera dell'incidente al Giglio, dalla Costa Concordia chiesero a una motovedetta della guardia di finanza di venire trainati dopo l'urto, ma i militari a bordo commentarono, con una certa ironia, come fosse piuttosto difficile che una piccola motovedetta potesse rimorchiare una grande nave da crociera.

Lo ha evidenziato al processo il maggiore dei carabinieri Andrea Lachi del comando provinciale di Grosseto. L'ufficiale è chiamato a testimoniare sulle indagini di polizia giudiziaria svolte sul naufragio. Il teste ha riferito che alle 22.48 del 13 gennaio 2012 "l'ufficiale cartografo della Concordia Simone Canessa chiese alla motovedetta, su richiesta della plancia di comando, di essere trainati", ma dopo questa richiesta risulta anche che "si sente commentare sulla motovedetta che sarebbe stato impossibile trainare una nave come la Concordia". Una circostanza che dimostra la poca lucidità sulla plancia di comando della Concordia.

Difesa Schettino: "Non chiese il traino a una motovedetta" - Nelle fasi del naufragio al Giglio "il comandante Schettino non ha chiesto alla motovedetta della Gdf di trainare la Concordia ma richiedeva un intervento per stabilizzare la prua con un cavo": lo ha detto ai giornalisti il difensore di Schettino, avvocato Donato Laino, in una pausa dell'udienza criticando le affermazioni del maggiore dei carabinieri Andrea Lachi che stamani testimonia al processo. "Quella dell'ufficiale è una sua interpretazione della circostanza - ha detto l'avvocato Laino -, perché è impossibile che una motovedetta della Gdf possa trainare una nave da crociera", in particolare della stazza della Concordia.

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