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Parla una vittima del mostro di Cleveland: "Pensava fossi una prostituta 13enne"

In una lunga intervista televisiva alla tv americana Michelle Knight ha raccontato gli anni di stupri e violenze nella casa degli orrori di Ariel Castro
Keystone
Parla una vittima del mostro di Cleveland: "Pensava fossi una prostituta 13enne"
In una lunga intervista televisiva alla tv americana Michelle Knight ha raccontato gli anni di stupri e violenze nella casa degli orrori di Ariel Castro
CLEVELAND - Michelle Knight, una delle tre ragazze rapite e torturate per quasi dieci anni in quella che è stata descritta come "la casa degli orrori", da Ariel Castro, il "mostro di Cleveland", ha raccontato ieri sera...

CLEVELAND - Michelle Knight, una delle tre ragazze rapite e torturate per quasi dieci anni in quella che è stata descritta come "la casa degli orrori", da Ariel Castro, il "mostro di Cleveland", ha raccontato ieri sera in un'attesa intervista televisiva la sua prigionia fatta di stupri e abusi fisici. Un racconto scioccante che ha tenuto inchiodati migliaia di telespettatori. Michelle Knight ha raccontato di aver trascorso intere giornate a piangere.

Quando è stata rapita da Ariel Castro nel 2002, Michelle Knight aveva 20 anni. "Lui però pensava che fossi una prostituta di 13 anni. Quando ha saputo la mia età è diventato furioso" ha raccontato durante la trasmissione "Dr. Phil".

Un anno dopo il suo rapimento, Ariel castro sequestrò anche la 16enne Amanda Berry, e la 14enne  Gina DeJesus. Le tre ragazze sono riuscite a fuggire da quella casa lo scorso maggio, e la loro storia è diventata di dominio pubblico. 

Nella lunga intervista Michelle Knight ha raccontato i soprusi subiti, di anni di minacce, le violenze fisiche. "Piangevo tutti i giorni, e lui mi urlava di smettere, continuava a ripetermi che non dovevo essere triste e che dovevo invece essere felice".
Nella casa di Ariel Castro la polizia aveva trovato  oltre 42 catene. Le tre ragazze erano imprigionate in stanzette con finestre sigillate. "Quando lui riceveva delle visite ci metteva in bocca dei calzini, e con del nastro adesivo ci impediva di urlare e farci sentire". 

Ad un certo punto Ariel Castro ha permesso alla ragazza di avere un cane. "Il cagnolino si era affezionato a me, e quando un giorno Ariel mi ha picchiato l'animale lo ha morso, e Ariel lo ha ucciso davanti ai miei occhi".
Di fronte alla domanda del presentatore se in quei lunghi giorni gli fosse mai affiorata per la mente l'idea di uccidersi, la ragazza ha risposto che l'unica cosa che le ha dato la forza di vivere è stato il pensiero di poter un giorno riabbracciare suo figlio, che aveva due anni quando Michelle Knight è stata rapita.

Ariel Castro, condannato ad inizio agosto ad oltre 1.000 anni di prigione per rapimento, stupro e sequestro di persona, aveva scontato solo un mese di carcere ed era detenuto in un'unità di isolamento per la sua stessa incolumità. Si è tolto la vita in carcere, impiccandosi.

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