Per la Cassazione, «se c'è violenza sessuale non conta il tempo di reazione»

La sorpresa può impedire la reazione immediata della vittima: disposto un processo d'appello bis in un caso di abusi a una hostess.
La sorpresa può impedire la reazione immediata della vittima: disposto un processo d'appello bis in un caso di abusi a una hostess.
MILANO - Il «ritardo nella reazione» della «vittima», ossia «nella manifestazione del dissenso», è «irrilevante» ai «fini della configurazione della violenza sessuale». E su ciò «la giurisprudenza è netta», perché la «sorpresa» di fronte all'abuso «può essere tale da superare» la «contraria volontà», ponendo la vittima nella «impossibilità di difendersi».
Lo scrive la Corte suprema di cassazione che, dopo il ricorso del sostituto procuratore generale (pg) di Milano Angelo Renna, ha disposto, l'11 febbraio, un processo d'appello bis per un ex sindacalista accusato di abusi su una hostess e che era stato assolto perché, dicevano i giudici, lei in "30 secondi" avrebbe potuto opporsi.
La Corte suprema di cassazione, nell'ordinamento giudiziario vigente in Italia, rappresenta il giudice di legittimità di ultima istanza delle sentenze emesse dalla magistratura ordinaria. Svolge funzioni di Corte di cassazione e di Corte suprema.





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