Il dramma di Eli Sharabi, ignaro di aver perso la sua famiglia durante l'attentato del 7 ottobre 2023
TEL AVIV - Due dei tre ostaggi israeliani rilasciati da Hamas, Or Levy ed Eli Sharabi, sono tornati da Gaza in «pessime» condizioni di salute, ha affermato l'ospedale in cui stanno ricevendo cure.
«Le conseguenze di 491 lunghi giorni di prigionia sono evidenti sui due rimpatriati arrivati oggi e le loro condizioni mediche sono pessime. Questa è la quarta volta nell'attuale contesto che riceviamo rimpatriati e la situazione è più grave questa volta», ha detto ai giornalisti Yael Frenkel Nir, direttore dell'ospedale Sheba.
In precedenza, nel corso della cerimonia per il rilascio dei tre ostaggi a Gaza questa mattina, Eli Sharabi è stato costretto a parlare sul palco prima di essere consegnato ai funzionari della Croce Rossa. Secondo quanto riporta il Times of Israel, a una domanda in ebraico di un miliziano di Hamas su come si sentisse, Sharabi risponde al microfono di essere «molto, molto felice oggi di tornare dalla mia famiglia e dai miei amici, da mia moglie e dalle mie figlie», senza sapere ancora che la donna e le due adolescenti sono state uccise dai terroristi nell'attacco del 7 ottobre 2023. Sharabi è stato informato solo oggi della morte della moglie e le figlie, incontrando la sorella e la madre dopo essere tornato in Israele.
Or Levy REUNITES with his family.
— Hananya Naftali (@HananyaNaftali) February 8, 2025
Only today he found out that his wife was murdered on October 7th. 💔 pic.twitter.com/8pLNt7L6z3
Anche gli altri due ostaggi rilasciati oggi, Ohad Ben Ami e Or Levy, sono stati costretti a parlare sul palco, portando con sé gli ormai onnipresenti certificati del loro rilascio prima di essere consegnati alla Croce Rossa. Considerata come propaganda di Hamas, la maggior parte dei media israeliani non ha riportato cosa è stato fatto dire ai tre uomini.
«Un pezzetto di pane al giorno, sempre scalzi» - I tre ostaggi israeliani rilasciati oggi da Hamas erano sempre scalzi e potevano lavarsi poco o niente. Lo scrive il Times of Israel citando dichiarazioni confidenziali dei parenti raccolte da Channel 12.
E così il 34enne Or Levy ha detto di essere rimasto a piedi nudi per 491 giorni, indossando una paio di calzature solo oggi, per la rima volta. La prima doccia l'ha potuta fare dopo mesi e l'espletazione dei bisogni corporei, all'interno dei tunnel-prigione, era consentita solo due volte al giorno, ad orari stabiliti.
Levy in prigionia ha perso circa 20 chili. Ma la sua testimonianza concorda con quella di Ohad Ben Ami e di Eli Sharabi, che a volte venivano nutriti con un quarto di pita - il pane arabo piatto - al giorno.