Cerca e trova immobili
REGNO UNITO

L'"eccitazione" su WhatsApp, 15 mesi di carcere

Un 39enne è stato condannato per sexting, dovrà passare 66 settimane dietro le sbarre
deposit
Fonte ats
L'"eccitazione" su WhatsApp, 15 mesi di carcere
Un 39enne è stato condannato per sexting, dovrà passare 66 settimane dietro le sbarre
LONDRA - Prima condanna nel Regno Unito sulla base di una legge ad hoc approvata nei mesi scorsi dal parlamento di Westminster per la punizione in Inghilterra e Galles del reato del cosiddetto sexting, ossia di molestie sessuali realizzate attraverso...

LONDRA - Prima condanna nel Regno Unito sulla base di una legge ad hoc approvata nei mesi scorsi dal parlamento di Westminster per la punizione in Inghilterra e Galles del reato del cosiddetto sexting, ossia di molestie sessuali realizzate attraverso reti sociali, app e connessioni Bluetooth. La sentenza riguarda un uomo di 39 anni, il quale dovrà scontare 66 settimane di carcere, oltre 15 mesi.

Il 39enne è stato riconosciuto colpevole in un tribunale di Southend, nel sudest dell'Inghilterra, di aver inviato il mese scorso attraverso l'applicazione di messaggistica WhatsApp due foto del suo pene in erezione a una donna e a una 15enne. Immagini ovviamente non richieste e intercettate poi dalla polizia locale. Di qui il verdetto, annunciato oggi dopo che l'uomo aveva infine confessato di fronte al giudice.

L'imputato era già stato iscritto l'anno scorso nel registro britannico dei "criminali sessuali" - che include nel Regno persone indicate come maniaci e molestatori abituali - per aver compiuti atti di esibizionismo in pubblico e aver avuto almeno un rapporto sessuale con partner d'età inferiore ai 16 anni.

🔐 Sblocca il nostro archivio esclusivo!
Sottoscrivi un abbonamento Archivio per leggere questo articolo, oppure scegli MyTioAbo per accedere all'archivio e navigare su sito e app senza pubblicità.
Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.

Sappiamo quanto sia importante condividere le vostre opinioni. Tuttavia, per questo articolo abbiamo scelto di mantenere chiusa la sezione commenti.

Su alcuni temi riceviamo purtroppo con frequenza messaggi contenenti insulti e incitamento all'odio e, nonostante i nostri sforzi, non riusciamo a garantire un dialogo costruttivo. Per le stesse ragioni, disattiviamo i commenti anche negli articoli dedicati a decessi, crimini, processi e incidenti.

Il confronto con i nostri lettori rimane per noi fondamentale: è una parte centrale della nostra piattaforma. Per questo ci impegniamo a mantenere aperta la discussione ogni volta che è possibile.

Dipende anche da voi: con interventi rispettosi, costruttivi e cortesi, potete contribuire a mantenere un dialogo aperto, civile e utile per tutti. Non vediamo l'ora di ritrovarvi nella prossima sezione commenti!
NOTIZIE PIÙ LETTE