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ITALIAItalia al primo posto nelle frodi dei fondi Ue e del Recovery Fund

01.03.24 - 19:20
Questo rileva il rapporto 2023 della Procura europea (Eppo)
Foto Deposit
Fonte ATS
Italia al primo posto nelle frodi dei fondi Ue e del Recovery Fund
Questo rileva il rapporto 2023 della Procura europea (Eppo)

ROMA - Roma sotto i riflettori della Procura europea (Eppo) per frodi nella gestione dei fondi Ue ed in particolare del Recovery Fund. Secondo il rapporto 2023 sulle attività dell'Eppo, l'Italia risulta il Paese con il valore più alto in termini di danni finanziari al bilancio dell'Ue stimati a seguito di varie malversazioni. Un importo pari a 7,38 miliardi di euro a fronte di 618 indagini attive.

Per Andrea Venegoni, procuratore distaccato all'Eppo e supervisore dei casi italiani, questi numeri si spiegano anche alla luce della «capacità investigativa», del «ruolo molto attivo» e del «profilo di grande esperienza dei pubblici ministeri italiani». «Noi - dice all'agenzia ANSA - ci avvaliamo molto della Guardia di Finanza, ma anche dell'agenzia delle dogane e degli stessi carabinieri; d'altra parte, non in tutti i Paesi esistono organismi di polizia specializzati nelle indagini finanziarie o tributarie come avviene da noi».

Nel rapporto annuale dell'Eppo, spicca il dato sulle indagini relative ai finanziamenti del Recovery Fund, balzate in un solo anno da 15 a 206 con un danno stimato di oltre 1,8 miliardi di euro. Si tratta di circa il 15% di tutti i casi di frode di spesa gestiti dalla Procura europea durante il 2023, ma in termini di danno stimato corrisponde a quasi il 25%. Un dato, stima l'Eppo, destinato ad aumentare man mano che si accelera con l'attuazione dei Pnrr.

Anche in questo caso, l'Italia si conferma maglia nera, con 179 indagini, seguita a distanza da Austria (33) e Romania (8). Il motivo è lapalissiano. «L'ammontare di denaro che l'Italia riceve rispetto agli altri Stati è maggiore» spiega Venegoni. Roma, insieme a Madrid, è il principale beneficiario dei fondi del NextGenerationEU, con 191,5 miliardi di euro tra garanzie e prestiti destinati al Pnrr italiano.

Allargando lo sguardo, il rapporto dell'Eppo indica un netto aumento delle indagini aperte in Europa, 1.371, il 58% in più rispetto allo scorso anno, con un danno complessivo stimato per il bilancio dell'Ue di 19,2 miliardi di euro. Di questi, il 59% è legato a gravi frodi transfrontaliere in materia di Iva. «Sono frodi - osserva il procuratore europeo - dietro cui si nasconde a volte la criminalità organizzata, per la quale i fondi europei possono essere una fonte di finanziamento tutto sommato non particolarmente rischiosa perché sono reati di natura economica non facili da accertare».

E sulla corruzione ed i reati economici si è concentrato anche l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) che ha riunito a Roma il "Forum Zero Corruption". «L'integrità è fondamentale per gli investimenti nel Paese» ha spiegato l'ad di Autostrade per l'Italia Roberto Tomasi.

«Ci stiamo impegnando perché lo riteniamo un fattore abilitante del nostro piano di investimenti. Dobbiamo essere molto chiari sul target dei nostri obiettivi: zero incidenti, zero rischi sicurezza sul lavoro e zero corruzione».

«Nell'Europa Occidentale stiamo assistendo ad una flessione nella lotta alla corruzione», ha avvertito l'ambasciatore e direttore generale di Confindustria, Raffaele Langella. «Sei Paesi su 31, compresa l'Italia, hanno registrato un risultato migliore nell'ultimo rapporto, mentre otto su 31 hanno fatto peggio rispetto agli anni precedenti". Un fenomeno, è stato il monito di Langella, che "ammazza l'imprenditoria, la libertà ma anche le persone e questo non dobbiamo mai dimenticarlo».

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