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MONDORazzismo e sessismo: quante gaffe in telecronaca

20.07.23 - 06:30
I recenti commenti di due telecronisti della RAI ai mondiali di nuoto hanno riacceso le polemiche su questa tematica sensibile.
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Razzismo e sessismo: quante gaffe in telecronaca
I recenti commenti di due telecronisti della RAI ai mondiali di nuoto hanno riacceso le polemiche su questa tematica sensibile.

ROMA - «I cinesi direbbero Liccaldo e non Riccardo». «Le olandesi sono grosse. Ma tanto a letto sono tutte alte uguali». E poi ancora: «Questa si chiama Karper, è una suonatrice d’arpa. Come si suona? La si tocca? Si La Do. È questo il vantaggio gli uomini devono studiare sette note, le donne soltanto tre». Sono solo tre dei commenti incriminati pronunciati dal telecronista Rai, Lorenzo Leonarduzzi (in combutta con il commentatore tecnico Massimiliano Mazzucchi) durante una diretta dei Mondiali di Nuoto in Giappone. Una compilation di body shaming, frasi sessiste e razziste che non sono sfuggite ai telespettatori più attenti e mattinieri e che ha scatenato una vera e propria bufera. Riproponendo ancora una volta l’annosa questione del politically correct in tv e non solo. Stereotipi e luoghi comuni, legati al sesso e alla razza, difficili da estirpare che tornano purtroppo ciclicamente anche durante le manifestazioni sportive creando imbarazzo e disappunto.

Oggi come ieri, era il 1970 e Nicolò Carosio, storico e primo telecronista Rai perse il posto per un presunto quanto mai dimostrato (tanto che pare sia stato tutto un malinteso) «negraccio» rivolto a un arbitro etiope che aveva annullato un gol all’Italia contro Israele. Non è sicuramente un fake la gaffe del famoso dj Martin Solveig che durante la premiazione del primo Pallone d’Oro femminile, nel 2018, chiese alla vincitrice, la svedese Ada Hegerberg: «Sai twerkare?», tra l’imbarazzo generale.

Nemmeno un mese fa gli ex piloti, ora opinionisti di Sky Sport, Davide Valsecchi e Matteo Bobbi si sono lasciati andare a qualche commento sessista nei confronti di una ragazza che passava di lì per caso durante un collegamento in diretta del GP del Canada e sono stati sospesi per una gara con dura reprimenda di tutto il mondo Sky a cominciare da Federica Masolin che quei collegamenti li curava ed era tra l’altro presente in onda.

Durante le ultime Olimpiadi di Tokyo, in Grecia si è sollevato un polverone per le dichiarazioni razziste del telecronista Demosthenes Karmoiris: «I coreani non giocano a ping pong… i loro occhi sono stretti, come fanno a seguire la palla che va e viene?». Anche lui è stato licenziato.

Scivolone razzista costato il posto anche a un veterano degli anchorman sportivi americani, l’esperto di baseball Glen Kuiper licenziato dalla NBC Sports California pochi mesi fa.

Non ha perso il posto ma si è dovuto scusare il telecronista Rai, Alberto Rimedio che durante la partita dei Mondiali Qatar 2022 Belgio-Canada si lasciò scappare la frase «ci sono tante razze in questa partita» riferita alla multietnicità di arbitri e giocatori in campo.

Ha avuto molta eco la vicenda di Greta Beccaglia, giornalista palpeggiata da un tifoso in diretta tv fuori allo stadio alla fine di un Empoli-Fiorentina sul finire del 2022. A finire nella bufera anche il conduttore da studio della trasmissione, Giorgio Micheletti, reo di non aver difeso abbastanza la sua inviata, limitandosi a un laconico: «Dai non te la prendere».

Alle nostre latitudini non si sono mai raggiunti livelli così bassi, ma qualche caso c'è stato. Il più eclatante è quello che ha coinvolto l'ex calciatore italiano Stefano Eranio, che nel 2015 fu messo alla porta dalla RSI. Ospite in studio per la partita di Champions League tra Bayern Leverkusen e Roma, l'ex centrocampista (tra gli altri di Milan e Genoa), durante la pausa tra il primo e secondo tempo, aveva commentato la rete della squadra tedesca, puntando il dito contro il giallorosso Antonio Rüdiger. «I difensori di colore sono potenti fisicamente (...) però quando c'è da pensare (...) spesso e volentieri fanno questi errori». La stessa sorte era toccata, un anno prima, a un altro ex giocatore e opinionista: l'argentino Julio-Hernan Rossi. L'ex attaccante di Lugano e Basilea fu licenziato in tronco dalla RSI per un post su Facebook in cui insultava pesantemente Arjen Robben e gli olandesi al termine della semifinale della Coppa del Mondo 2014 nella quale l'Albiceleste aveva sconfitto gli Oranje. «Siete una massa di figli di p*****a come il vostro Robben, un bastardo di m***a, tornate da quella buona donna che ha partorito voi, Van Gaal e tutto il vostro gruppo, che sembra l'equipaggio di EasyJet». Fece pure parlare la bestemmia (involontaria) proferita in studio dal giornalista Alberto Cerruti che storpiò clamorosamente (vi lasciamo indovinare come) il cognome del telecronista Severino Piacquadio. Anche il noto opinionista Toni Esposito - braccio destro del Ceroni nazionale - dovette scusarsi per un'imprecazione - «ma teniamo ‘sta palla, Cristo» - sfuggitagli di bocca durante il (concitato) finale di partita tra Brasile e Svizzera ai Mondiali russi del 2018. ADN

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