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TURCHIA «È meglio investire nel formaggio di capra che nella lira turca»

20.04.23 - 10:31
La politica monetaria di Erdogan sta avendo pesanti ripercussioni per la popolazione
IMAGO
«È meglio investire nel formaggio di capra che nella lira turca»
La politica monetaria di Erdogan sta avendo pesanti ripercussioni per la popolazione

ISTANBUL - È da anni che la lira turca è in caduta libera. La banca centrale sta cercando di stabilizzare la moneta tramite una serie di misure volte a de-dollarizzare l'economia nazionale. Sì, perché i tentativi di rendersi indipendenti dai dollari e quindi, dall’acquisto di combustibili fossili che vengono tutt'ora scambiati in dollari - anche se in maniera sempre meno importante - sono diventati la colonna portante della politica monetaria di Erdogan. 

L'assetto geo-economico mondiale è in profonda mutazione. Se soltanto un paio d'anni fa la Turchia considerava i Paesi del Golfo e Israele degli «Stati sponsor del terrorismo» - oggi la situazione è ben diversa. Erdogan sta stringendo accordi commerciali con tutti i Paesi produttori di petrolio. Non per niente le importazioni di gas naturale dalla Russia sono letteralmente esplose nell'ultimo anno, e non soltanto a causa della guerra in Ucraina.

La politica monetaria di Erdogan non è del tutto insensata. Nell'intento di saldare il debito nazionale e di stabilizzare la moneta, la banca centrale ha abbassato - su spinta del presidente stesso - i tassi d'interesse in maniera spropositata. E questo, durante un periodo di forte inflazione. L'obbiettivo è di svalutare la lira al punto da rendere più attrattive le esportazioni - tra l'altro, in un paese che ha sempre avuto una bilancia commerciale negativa. Ma la svalutazione sta creando scompiglio tra la popolazione. Nessuno si fida più della lira turca. 

«Qualsiasi cosa facciate, non puntate sulla lira» oppure «è più vantaggioso investire nel formaggio di capra che sulla lira», si legge in un articolo apparso su Bloomberg che ha raccolto le testimonianze dei frequentatori del Bazar di Istanbul. Sì, perché il Bazaar sta tornando ad assere il centro nevralgico dell'economia nazionale, sostituendosi alle istituzioni del Paese.

Gli affari nel mercato valutario del Bazar di Istanbul stanno letteralmente esplodendo. Le restrizioni imposte dalla banca centrale hanno provocato un innalzamento dei tassi di cambio, al punto che si è creato un tasso di cambio alternativo. Comprare dollari al Bazar costa caro. E la situazione è degenerata al punto che le banche regionali preferiscono delegare la vendita di dollari al mercato nero piuttosto che subire le ripercussioni della banca centrale. 

Proprio per questo motivo, in questi giorni, per le vie del Bazar di Istanbul circolano un marea di persone, tutte stracolme di lire, e tutte alla ricerca del cambio più favorevole. 

 

 

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COMMENTI
 

Dex 1 anno fa su tio
Bene. Mi piace il formaggio di capra.

Emib5 1 anno fa su tio
Bazar e non bazaar, Istanbul e non Istambul. Ma a Tio oltre che i software per sorvegliare i commenti, hanno anche un correttore, umnano o no, degno di questo nome? Per il resto è un dato di fatto che, con un'inflazione reale di oltre il 100% annuo, chi terrebbe lire turche in tasca per più di qualche giorno? La folle e fallimentare politica economica di Erdogan ha portato la Turchia sull'orlo del baratro, dopo aver speso miliardi per favorire gli amici e gli amici degli amici in opere spesso inutili, e non solo i suoi vari enormi palazzi...

BlueShark 1 anno fa su tio
Ma che gestaccio …! Grande Ronaldo

Frankeat 1 anno fa su tio
Risposta a BlueShark
Ho il leggerissimo sospetto che tu abbia sbagliato articolo :-)
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