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GRECIAIl premier greco chiede scusa, ma non basta

05.03.23 - 21:40
Le parole di Mitsotakis non sono servite a placare la furia dei dodicimila manifestanti che hanno protestato davanti al Parlamento.
keystone-sda.ch (YANNIS KOLESIDIS)
Nuovi scontri ad Atene a cinque giorni dalla tragedia ferroviaria costata la vita a 57 persone.
Nuovi scontri ad Atene a cinque giorni dalla tragedia ferroviaria costata la vita a 57 persone.
Fonte Claudio Accogli
Il premier greco chiede scusa, ma non basta
Le parole di Mitsotakis non sono servite a placare la furia dei dodicimila manifestanti che hanno protestato davanti al Parlamento.
Intanto il capostazione implicato nel disastro ferroviario è stato arrestato.

ATENE - Centinaia di palloncini neri hanno oscurato il cielo sulla piazza del Parlamento di Atene dove in migliaia hanno gridato la propria rabbia per i 57 morti dell'incidente ferroviario che ha scioccato il Paese. La giornata si era aperta con le scuse del primo ministro Kyriakos Mitsotakis, che ha chiesto «perdono, a tutti, ma soprattutto ai parenti delle vittime», sottolineando che «nella Grecia del 2023 non è possibile che due treni viaggino in direzioni opposte sulla stessa linea e nessuno se ne accorga».

Ma a piazza Syntagma, davanti al Parlamento, dove si erano radunati in almeno 12mila, le parole del premier (e le dimissioni del ministro dei Trasporti il giorno stesso della tragedia) non hanno placato gli animi e gruppi di manifestanti violenti si sono presi la scena. È iniziata la sassaiola contro le forze dell'ordine, i petardi e le bottiglie molotov, a cui gli agenti hanno risposto sparando lacrimogeni e granate assordanti. Il bilancio finale è di sette poliziotti feriti e cinque dimostranti fermati. Scontri anche a Salonicco, dove esponenti del partito comunista hanno issato uno striscione sulla Torre bianca, simbolo della città, con la polizia che ha risposto usando i lacrimogeni. Il partito ha poi biasimato le forze dell'ordine per una «aggressione non provocata».

Arrestato il capostazione
Nelle stesse ore è comparso davanti ai giudici Vassilis Samaras, il 59enne capostazione principale accusato del disastro che il governo imputa esclusivamente all'errore umano. L'uomo è stato posto in custodia cautelare in carcere ed è stato accusato per il suo ruolo nella «morte di un gran numero di persone», un crimine che comporta una pena compresa tra 10 anni e l'ergastolo. Il 59enne, assunto solo pochi mesi fa, avrebbe già ammesso di aver indirizzato il treno sul binario sbagliato e di non essersi reso conto dell'errore fino al momento della tragedia. Secondo fonti giudiziarie, tuttavia, i magistrati puntano anche «ad avviare un procedimento penale, se necessario, nei confronti di membri della dirigenza della compagnia Hellenic Train», l'operatore dei treni greci che però non gestisce le infrastrutture.

Sui media tiene poi banco la vicenda del contratto 717 per l'esercizio automatico e il segnalamento della rete ferroviaria, gestita dalla società statale Ose. Il quotidiano Kathimerini ha scovato file in cui si segnalavano i gravi ritardi nella realizzazione di un sistema che «impedirebbe a un ipotetico capostazione con propositi terroristici di far schiantare due treni». Spuntano anche problemi riscontrati sui binari proprio della tratta su cui è avvenuto l'incidente che ha strappato la vita a 57 persone, tra le quali molti studenti che rientravano da Atene dopo le festività del Carnevale greco ortodosso.

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