Il blitz? «Un'azione sbagliata. Perpetrata per intimidire Trump»

Alan Dershowitz, legale dell'ex presidente degli Stati Uniti, critica duramente la perquisizione condotta dall'Fbi
WASHINGTON D.C. - «È stata un'azione sbagliata, perpetrata per intimidire, molto poco ortodossa, con Donald Trump sono stati usati due pesi e due misure, l'obiettivo è ottenere informazioni sul 6 gennaio 2021, ma il mandato da solo chiarirà poco». Lo afferma in un'intervista al quotidiano italiano "La Stampa" Alan Dershowitz, avvocato e legale di Trump nel caso di impeachment per il Russiagate, parlando del blitz dell'Fbi a casa dell'ex presidente Usa.
«Quanto fatto nei confronti di Trump conferma il doppio standard usato dalla Giustizia - sottolinea - non è andata così ad Hillary Clinton o all'ex consigliere per la Sicurezza nazionale Sandy Berger, entrambe stelle sulle quali grava il sospetto di aver sottratto informazioni classificate».
Poi aggiunge: «Il vero obiettivo del raid era trovare informazioni riguardo i fatti del 6 gennaio 2021. La storia dei documenti è stata utilizzata come scusa, ricorrere a un mandato di perquisizione per questioni riguardanti materiale classificato, specie nei confronti di un ex presidente o di un'alta carica dello Stato, è qualcosa che non è mai successo. La vicenda degli Archivi nazionali è solo un pretesto».
Secondo l'avvocato il blitz dell'Fbi e il procedimento sulla Trump Organization fanno parte di «un'operazione concertata: questa è una vicenda che ha forti contaminazioni politiche e su cui servirebbero delle chiare spiegazioni delle istituzioni e delle autorità coinvolte». Su cosa accadrà adesso spiega: «Il rischio è serio, c'è un'indagine penale in corso che potrebbe portare a una condanna e alla prigione». E prosegue: «Quello che invece Trump non rischia è che, qualsiasi cosa accada, può correre per la presidenza degli Stati Uniti, anche se viene incriminato e addirittura può correre dalla prigione».




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