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COREA DEL NORDAi militari il compito di vincere «la guerra contro il virus maligno»

17.05.22 - 13:29
I medici militari sono stati incaricati di portare con urgenza i farmaci di cui Pyongyang ha estremo bisogno
keystone-sda.ch
Il leader nordcoreano Kim Jong-un.
Il leader nordcoreano Kim Jong-un.
Ai militari il compito di vincere «la guerra contro il virus maligno»
I medici militari sono stati incaricati di portare con urgenza i farmaci di cui Pyongyang ha estremo bisogno

PYONGYANG - La pandemia di coronavirus dilaga sempre di più in Corea del Nord. Il contagio sta assumendo dimensioni tali che perfino la macchina comunicativa del dittatore Kim Jong-un non può fare a meno di sottolineare problemi e criticità.

In meno di una settimana si è passati dall'ammissione della prima positività ad avere qualcosa come un milione e 400mila casi, mentre i decessi causati da quella che è ancora considerata una misteriosa "febbre" sono decine. Messo di fronte a una realtà che aveva fatto finta d'ignorare per lungo tempo, il regime nordcoreano cerca ora di correre ai ripari. Il media nazionale Kcna spiega come il personale sanitario militare abbia ricevuto l'ordine di fornire agli abitanti di Pyongyang i «farmaci vitali per la campagna antiepidemica in corso».

Filtrando i toni retorici e propagandistici tipici della Corea del Nord («la fornitura di medicinali non è un mero lavoro pratico per cure mediche, ma un nobile lavoro patriottico per trasmettere la calorosa sincerità del rispettato compagno Kim Jong-un» alla popolazione) emerge come la situazione sia complicata da gravi carenze negli approvvigionamenti e come lo stesso leader abbia richiesto che si vinca «la guerra contro il virus maligno».

Ai sanitari militari è stata quindi affidata parte della strategia anti-pandemica, basata prevalentemente su severi lockdown sul modello cinese - controversi e che vanno verso una graduale riduzione. Le chiusure totali testeranno la capacità di resistenza della popolazione nordcoreana e faranno scricchiolare l'impalcatura del regime? Probabilmente no, secondo l'analisi di Antonio Fiori, professore associato presso il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell'Università di Bologna. «La Corea del Nord ha forti carenze sanitarie, non ha vaccini, difficilmente accetterà aiuti, è logisticamente impreparata» ha spiegato all'Huffington Post. «Ma non vedo rischi per la tenuta del regime». Il motivo è semplice: «I nordcoreani hanno troppa fame per ribellarsi al lockdown».

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