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MONDOLa pandemia ha gettato nella povertà 100 milioni di bambini

09.12.21 - 23:59
È la crisi peggiore nei 75 anni di storia dell'Unicef
keystone-sda.ch / STF (Petros Giannakouris)
L'Unicef lancia l'allarme sulle condizioni dell'infanzia a causa della pandemia.
L'Unicef lancia l'allarme sulle condizioni dell'infanzia a causa della pandemia.
La pandemia ha gettato nella povertà 100 milioni di bambini
È la crisi peggiore nei 75 anni di storia dell'Unicef

NEW YORK - Un nuovo rapporto Unicef traccia un quadro drammatico della condizione dell'infanzia durante la pandemia. 100 milioni di bambini sono sprofondati in condizioni di povertà, minacciando decenni di progressi compiuti negli ambiti di «salute, accesso all'istruzione, nutrizione, protezione dei bambini e benessere mentale».

La crisi peggiore in 75 anni - Il report indica che «il Covid ha colpito i bambini in una misura senza precedenti, diventando la peggiore crisi per i bambini che l'Unicef abbia visto nei suoi 75 anni di storia». Da quando è scoppiata l'emergenza sanitaria si è assistito a uno «sconcertante aumento» del numero di minori afflitti dalla povertà, pari a «circa 1,8 bambini ogni secondo da metà marzo 2020». Purtroppo il fenomeno non sembra essere in fase di risoluzione: «L'impatto diffuso continua ad aggravarsi, aumentando la povertà, radicando la disuguaglianza e minacciando i diritti dei bambini a livelli mai visti prima», con circa «60 milioni di bambini in più si trovano ora in famiglie a livello economico inferiore rispetto a prima della pandemia».

Ci vorranno anni per recuperare - Una sfida epocale per l'Unicef, che ammette che non sarà facile tornare allo stato di cose precedente alla pandemia. «Anche nel migliore dei casi, ci vorranno sette-otto anni per recuperare e tornare ai livelli di povertà dei bambini pre-Covid». A causa del boom del coronavirus lo scorso anno «oltre 23 milioni hanno saltato i vaccini essenziali, un aumento di quasi 4 milioni dal 2019, e il numero più alto in 11 anni». 

Risultati «a rischio» - Osserva la direttrice generale dell'Unicef Henrietta Fore: «Nel corso della nostra storia, l'Unicef ha contribuito a creare ambienti più sani e sicuri per i bambini di tutto il mondo, con grandi risultati per milioni di persone» che ora «sono a rischio. Mentre il numero di bambini che hanno fame, non vanno a scuola, subiscono abusi, vivono in povertà o sono costretti a sposarsi sta aumentando, il numero di bambini che hanno accesso alle cure sanitarie, ai vaccini, a cibo sufficiente e ai servizi essenziali sta diminuendo. In un anno in cui dovremmo guardare avanti, stiamo andando indietro».

Lavoro minorile in aumento - Uno degli effetti collaterali del Covid-19 è l'aumento del lavoro minorile: 160 milioni di bambini sono costretti a guadagnare per aiutare la famiglia, con un aumento di 8,4 milioni da quattro anni a questa parte e con un possibile incremento di nove milioni entro la fine del prossimo anno. Un altro è la malnutrizione acuta, che colpisce 50 milioni di bambini in tutto il pianeta, ai quali se ne potrebbero aggiungere altri nove milioni. 

Le altre minacce - Non bisogna poi dimenticare le altre minacce per l'infanzia: quelli che vivono in zone di conflitto sono 426 milioni e, storicamente, i bambini sono la fetta di popolazione civile che subisce gli effetti peggiori. C'è infine la minaccia del cambiamento climatico, con circa un miliardo di minori che vive in aree considerate "a rischio estremamente alto". Aggiunge Fore: «In un'epoca di pandemie globali, conflitti crescenti e un peggioramento dei cambiamenti climatici, mai come oggi è fondamentale un approccio incentrato sui bambini. Siamo a un bivio. Mentre lavoriamo con i governi, i donatori e altre organizzazioni per iniziare a tracciare il nostro percorso collettivo per i prossimi 75 anni, dobbiamo tenere i bambini al primo posto per gli investimenti e all'ultimo per i tagli. La promessa del nostro futuro è fissata nelle priorità che stabiliamo nel nostro presente».

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