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Il Covid-19 è più letale per chi ha già un tumore, soprattutto negli uomini

C'è anche una notizia positiva: un trattamento tempestivo riduce del 60% la mortalità
Archivio Keystone
Fonte ats ans
Il Covid-19 è più letale per chi ha già un tumore, soprattutto negli uomini
C'è anche una notizia positiva: un trattamento tempestivo riduce del 60% la mortalità
NEW YORK / NOVARA - Il Covid-19 può portare al decesso un paziente con tumore su tre e il rischio raddoppia negli uomini, oltre ad aumentare con l'età. A rivelarlo è lo studio internazionale OnCovid appena pubblicato su Cancer Di...

NEW YORK / NOVARA - Il Covid-19 può portare al decesso un paziente con tumore su tre e il rischio raddoppia negli uomini, oltre ad aumentare con l'età.

A rivelarlo è lo studio internazionale OnCovid appena pubblicato su Cancer Discovery, la rivista ufficiale della Associazione Americana per la Ricerca sul Cancro (AACR).

Lo studio, coordinato dall'Università del Piemonte Orientale a Novara, fornisce per la prima volta al mondo un'analisi accurata della storia di quasi 900 pazienti oncologici ricoverati per infezione da coronavirus in 19 centri italiani, inglesi, spagnoli e tedeschi.

Il primo dato che emerge è che a rischiare maggiormente sono i pazienti maschi: la mortalità è infatti del 41% contro il 26% delle donne. La notizia positiva è però che un intervento tempestivo con le terapie anti-Covid con antivirali, antimalarici o tocilizumab, si associa a una riduzione del 60% della mortalità, indipendentemente da tutti gli altri fattori di rischio.

«L'infezione comporta il decesso nel 33% dei pazienti con tumore, con differenze significative fra i Paesi: nel Regno Unito sale al 44% rispetto al 33% dell'Italia», spiega Alessandra Gennari, professore associato di oncologia al Dipartimento di Medicina Traslazionale dell'Università del Piemonte Orientale a Novara. «Essere sottoposti alle terapie antitumorali non incide sulla mortalità da Covid-19» mentre ci sono «differenze sostanziali legate alle caratteristiche del malato».

La mortalità, aggiunge David Pinato, coordinatore internazionale dello studio e docente all'Imperial College di Londra, «è risultata infatti del 43% negli over 65 contro il 19% nei pazienti oncologici più giovani e raddoppia anche nei malati con più di due patologie concomitanti oltre al cancro». Il rischio è invece «inferiore e per motivi non ancora chiari nelle pazienti con tumore al seno rispetto a tutti gli altri tipi di cancro».

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