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GERMANIATrovate impronte del tunisino sul camion

22.12.16 - 13:39
Oltre che sulla portiera del lato del guidatore, altre impronte digitali sarebbero state ritrovate sul volante
Trovate impronte del tunisino sul camion
Oltre che sulla portiera del lato del guidatore, altre impronte digitali sarebbero state ritrovate sul volante

BERLINO - Le impronte di Anis Amri, il tunisino ricercato numero uno dopo l'attentato al mercatino di Natale a Berlino, sono state rinvenute sul camion utilizzato per la strage. Lo annuncia la polizia tedesca, riferiscono i media tedeschi.

Oltre che sulla portiera del lato del guidatore, altre impronte digitali del tunisino Anis Amri sarebbero state ritrovate anche sul volante del tir. Lo riferisce la Berliner Zeitung, citando proprie informazioni. Il ritrovamento delle impronte sulla portiera è stato invece rivelato dalla Sueddeutsche Zeitung, basandosi su ricerche realizzate con il network che comprende le tv pubbliche NDR e WDR.

La lunga lista di atti violenti - Intimidazioni, sopraffazione, promozione di disordini e sommosse: è lunga la lista dei comportamenti a rischio tenuti da Anis Amri mentre era dietro le sbarre nelle carceri italiane. È quanto risulta dalla documentazione che lo riguarda.

Una documentazione da cui non emergono, invece, dati relativi a una sua radicalizzazione durante la detenzione.

I suoi comportamenti violenti hanno reso necessario, tra l'altro, lo spostamento in diverse carceri siciliane per motivi di sicurezza, come risulta sempre dai documenti: il carcere di Catania "Piazza" Lanza, quello di Enna "Luigi Bodenza", quello di Sciacca, quello di Agrigento, il Pagliarelli di Palermo e da ultimo l'Ucciardone, sempre a Palermo.

Amri - dicono sempre i documenti relativi alla sua 'storia' carceraria - è stato arrestato il 23 ottobre 2011 nel centro di accoglienza di Belpasso (Catania) per i reati di danneggiamento a seguito di incendio, lesioni, minaccia, appropriazione indebita e condannato a 4 anni di reclusione. Amri è poi stato scarcerato il 18 maggio 2015 dal carcere Ucciardone e all'uscita è stato affidato al personale della Questura di Palermo, Ufficio Immigrazione per i provvedimenti di competenza.

Durante la detenzione sono stati numerosi gli episodi di violenza che hanno provocato ammonizioni o richiami del direttore del carcere, esclusione dalla attività in comune con altri detenuti. In tutto i documenti ne certificano 12. Il primo è segnalato il 28 maggio 2013 per abbandono ingiustificato di posto. E lo stesso anno c'è una nuova segnalazione il 29 giugno per intimidazione e sopraffazione dei compagni, il 17 ottobre per atteggiamenti offensivi. Altri sette casi si ripetono nel corso del 2014: tre volte per promozione di disordini e sommosse (due il 31 marzo e una il 15 aprile), altre due per intimidazioni e sopraffazione dei compagni (il 28 agosto e il 30 settembre) a cui si aggiunge un caso di inosservanza degli ordini il 24 novembre e infine una segnalazione il 14 aprile per "altri reati". Nel 2015 infine due casi il 16 gennaio e il 9 aprile per atteggiamento molesto verso i compagni.

Questo atteggiamento e i comportamenti violenti hanno fatto sì che sia stato più spostato: dal Lanza di Catania viene trasferito il 1 giugno 2012 e passa al Bodenza di Enna dove resta sei mesi prima di essere spostato l'11 dicembre nel carcere di Sciacca. Da qui, dove resta un mese e mezzo, passa poi ad Agrigento il 31 gennaio 2014 e lascia questo istituto 9 mesi dopo, il 9 settembre per il Pagliarelli di Palermo dove sconta 4 mesi prima di essere nuovamente trasferito il 10 gennaio 2015 all'Ucciardone, sua ultima destinazione carceraria. Lo spostamento fu disposto "per gravi e comprovati motivi di sicurezza" come prevede l'art. 42 del l'ordinamento penitenziario.


 
 

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