Secondo il Ny Times, l'attentatore del mercatino di Natale avrebbe avuto contatti con l'Isis. Davanti al cancellierato: «Il multi-kulti ha fallito»
BERLINO - Il presunto terrorista ritenuto l'autore della strage al mercatino di Natale di Berlino, Anis Amri, sul quale pende una taglia di 100mila euro, avrebbe cercato informazioni su internet utili alla costruzione di ordigni esplosivi e avrebbe avuto contatti diretti con l'Isis.
Sono queste le ultime novità riguardanti il profilo personale e biografico del tunisino rivelate dal «New York Times», che cita fonti ufficiali imprecisate.
Non è stato precisato il periodo in cui Amri avrebbe preso contatto con l'Isis. Tuttavia, stando sempre a quanto riferito dal quotidiano statunitense, il ricercato nordafricano avrebbe contattato «almeno una volta» il servizio «Messenger» dell'Isis.
Il suo nome figurerebbe nella lista di tutti coloro ai quali è vietato volare negli Stati Uniti.
E mentre Berlino piange le vittime dell'attacco terroristico, la destra tedesca scende in piazza per chiedere la fine della Cancelleria di Angela Merkel, considerata la responsabile principale di una politica della migrazione, che metterebbe a repentaglio la sicurezza della Germania. Presenti davanti al cancellierato, tra i circa 3-400 manifestanti, i massimi rappresentanti del partito della destra populista AfD, Alternativa per la Germania, movimento politico in grande ascesa in tutta la Germania.
Presenti in piazza anche esponenti del Movimento identitario, formazione sotto l'osservazione delle autorità tedesche per la protezione della Costituzione, che ha esposto manifesti in cui si poteva leggere: «Il multiculturalismo ha fallito».
Sui manifesti esposti si leggeva anche: «Difendere Berlino», «Regime change now!», «Merkel muss weg» (Merkel se ne deve andare), «Autonomia per i tedeschi subito! - Fascismo globale RFT - Tutela contro i fascisti arcobaleno».
Da quando Angela Merkel ha annunciato la sua ricandidatura, ogni mercoledì sera i simpatizzanti di AfD si riuniscono in piazza per chiedere le sue dimissioni e la fine del suo governo. La prossima manifestazione è prevista l'11 febbraio alle ore 18.
Alla manifestazione ha anche partecipato e preso la parola un parroco protestante. «Ho risposto alla mia coscienza e ho accettato di dare una parola spirituale dopo che me lo hanno chiesto gli organizzatori della manifestazione», ha dichiarato il pastore, ricevendo un forte applauso. Il parroco ha invitato alla preghiera in ricordo delle vittime e dei feriti, invitando i cristiani alla resistenza, «quando gli innocenti sono minacciati e sono vittima di violenza». Sui modi di esercitare la propria resistenza, il parroco ha esortato i presenti a volere manifestare la propria contrarietà a questa politica per «un rinnovamento della nostra società» e contro «la divisione e l'odio».
Un po' più lontani vi erano i contromanifestanti, dai 50 ai 60 «Antifa» che hanno scandito slogan quali «Benvenuti a rifugiati» e «Nazis raus» e hanno protestato contro la strumentalizzazione politica ed elettorale di questo attacco terroristico.