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DELITTO AL NAUTILUS: Parola alla difesa
Atteso per questa mattina il concione dell’avvocato Cesare Cicorella che difende il pizzaiolo di Ferno che la notte dell’8 dicembre 2001 uccise il buttafuori di Fino Mornasco. Il P.M. due settimane fa aveva sollecitato con rito abbreviato 20 anni di reclusione
DELITTO AL NAUTILUS: Parola alla difesa
Atteso per questa mattina il concione dell’avvocato Cesare Cicorella che difende il pizzaiolo di Ferno che la notte dell’8 dicembre 2001 uccise il buttafuori di Fino Mornasco. Il P.M. due settimane fa aveva sollecitato con rito abbreviato 20 anni di reclusione
FINO MORNASCO –
Vent’anni di reclusione. È questa la pesante richiesta avanzata dal Sostituto Procuratore Loredana Giglio del Tribunale di Busto Arsizio al termine della sua dura requisitoria nei confronti di Salvatore Greco, il ...
FINO MORNASCO –Vent’anni di reclusione. È questa la pesante richiesta avanzata dal Sostituto Procuratore Loredana Giglio del Tribunale di Busto Arsizio al termine della sua dura requisitoria nei confronti di Salvatore Greco, il pizzaiolo 43enne di Ferno che la notte dell’8 dicembre di due anni fa uccise a colpi di pistola Valerio Torresin 35enne di Fino Mornasco e Stefano Di Sora, 23 anni di Gallarate entrambi buttafuori alla discoteca “Nautilus” di Cardano al Campo. L’uomo esplose una raffica di colpi di pistola, 5 in tutto, dopo aver visto massacrare di botti i due figli, uno dei quali di appena 15 anni. Contro Greco si sono costituiti parte civile anche 5 colleghi dei defunti che a loro volta sono sotto inchiesta per rissa e che intendono essere risarciti per le minacce che avrebbero ricevuto dal ristoratore di varesino. E oggi contro questa richiesta di condanna pesantissima interverrà con il suo concione difensivo l’avvocato Cesare Cicorella che cercherà di convincere il Giudice Preliminare che il suo assistito agì per una sorta di legittima difesa a favore dei propri figli ornai già pieni di lividi. E di sicuro Cicorella punterà anche su un altro aspetto: l’indole violenta di Valerio Torresin. Lo farà ricordando inevitabilmente i precedenti penali accumulati dal buttafuori comasco compresa una sentenza di condanna inflitta pochi mesi prima del tragico fatto di sangue per un altro pestaggio nei confronti di ragazzini un po’ esuberanti avvenuto nella stessa “Nautilus”. “Certo, è vero che a volte nelle discoteche ci vuole una linea dura – argomenta Cicorella – ma questo non vuol dire legittimare i buttafuori, perone dall’indole violenta per natura, a massacrare di botte ragazzini che basterebbe semplicemente allontanare “di peso”, ma senza menar le mani, dalla discotesca stessa”. Va ricordato che il processo si è tenuto con rito abbreviato e che il G.U.P. Adet Toni Novik prima del dibattimento aveva respinto la richiesta dell’avvocato difensore di Greco per una perizia psichiatrica, mentre aveva accolto le osservazioni del Sostituto Procuratore Loredana Giglio che aveva ritenuto infondato il parere espresso dal consulente della difesa per sostenere “un improvviso black-out nella mente dell’uomo” al momento di sparare, ovvero che quella maledetta notte “perse momentaneamente il lume della ragione davanti alla violenta scena che vedeva vittime i due figli”. Ma va anche ricordato che Salvatore Greco ha risarcito le parti lese con 700 milioni di lire e che per questo non sono intervenute al processo.
di Bob Decker
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