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COMO. Frode fiscale da 150 miliardi: un arresto, 5 indagati

In manette è finito un noto commercialista di Barni.
COMO. Frode fiscale da 150 miliardi: un arresto, 5 indagati
In manette è finito un noto commercialista di Barni.
COMO - Colpo di scena nelle indagini sulla miliardaria truffa fiscale a base di telefonini e false fatture condotta dal Procuratore Capo facente funzioni Vittorio Nessi: su ordine di Custodia Cautelare emesso dal Giudice del...
COMO -Colpo di scena nelle indagini sulla miliardaria truffa fiscale a base di telefonini e false fatture condotta dal Procuratore Capo facente funzioni Vittorio Nessi: su ordine di Custodia Cautelare emesso dal Giudice dell’Indagine Preliminare di Como Valeria Costi, il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Como ha fermato e portato in cella Salvatore Cioffi, notissimo commercialista e casa in Via Belgeri a Barni e uffici in via Montegrappa a Como da dove è stato "prelevato", con l’accusa di aver emesso una vera e propria raffica di false fatture tra il '99 e quest'anno. Il 54enne da tempo era indagato insieme ad altre 4 persone: Luca Sormani, 26enne di Moltrasio; Pietro Pagliughi, 63enne di Valbrona, Donato De Lorenzi di Pianello del Lario e Amministratore della Europlast di Ardenno, Corrado Strati, Amministratore della Electrotec, e di Nicola Zannui, 34enne di Como. Con loro sarebbe riuscito ad imbastire una mega frode da oltre 150 miliardi di lire attraverso false fatture, appunto, che sarebbero state emesse, questa l’ipotesi accusatoria retta dal Magistrato lariano, per coprire un altrettanto colossale contrabbando di telefonini cellulari. Ai 5 comaschi vengono addebitati reati di natura fiscale. In questi giorni Nessi è arrivato alla conclusione delle indagini ma resta da capire cosa lo ha spinto a chiedere il provvedimento restrittivo nei confronti di Cioffi. Quello condotto da Nessi è solo il troncone lariano di una inchiesta molto più generale scattata sulla scorta degli accertamenti svolti dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Milano e di via Raimondi a Como e quello che avrebbe messo in luce sarebbe un colossale traffico di telefonini di contrabbando per almeno mille miliardi di lire. Un ruolo importante sarebbe stato rivestito, secondo le accuse, da Luca Sormani nelle vesti di Amministratore unico della “Resort” con sede in via Montegrappa a Como: lui avrebbe emesso una serie di false fatture per operazioni inesistenti a favore della “Zetacom” di Zannui con sede a Bresso (Milano) allo scopo di consentire a terzi l’evasione delle Imposte sul reddito e sull’I.V.A. in tutto 596 false fatture emesse dal 2 febbraio al 28 dicembre del ’98 per un imponibile complessivo di 48 miliardi e mezzo e poco meno di 10 miliardi di I.V.A.. Ci sarebbero poi altre 101 false fatture per quasi 15 miliardi di lire che sarebbero state emesse da Sormani a favore dell’azienda milanese nei primi due mesi del ’99, anno in cui Sormani avrebbe distrutto la documentazione contabile per non consentire una puntuale ricostruzione dei redditi e del giro d’affari. Delle stesse accuse ne deve rispondere anche Zannui. Più defilata appare, invece, la posizione di Pietro Pagliughi. Ma anche quella di Salvatore Cioffi, titolare din un centro per la elaborazione dati con sede a Milano e Como, sembrava defilata in quanto doveva rispondere di occultamento di documentazione contabile, sempre allo scopo di nascondere l’effettivo giro di affari della Zetacom e della Golf Resort.

di Bob Decker

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