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COMO: Inizia il processo per il tragico tentativo di furto a Merone
Mercoledì davanti ai Giudici di Como il bresciano che nel settembre '98 cercò di rubare in un'azienda dove, però, ci lasciò la pelle il complice.
COMO: Inizia il processo per il tragico tentativo di furto a Merone
Mercoledì davanti ai Giudici di Como il bresciano che nel settembre '98 cercò di rubare in un'azienda dove, però, ci lasciò la pelle il complice.
COMO. Inizierà mercoledì il processo nei confronti di Gianluigi Persico, il malvivente che la sera del 25 settembre del ’98 penetrò nel cortile della “Castelnuovo Lattonerie” di Merone per mettere a segno un colpo assieme al complice Giusepp...
COMO. Inizierà mercoledì il processo nei confronti di Gianluigi Persico, il malvivente che la sera del 25 settembre del ’98 penetrò nel cortile della “Castelnuovo Lattonerie” di Merone per mettere a segno un colpo assieme al complice Giuseppe Bedetti, quest’ultimo fatto secco da una schioppettata sparata da Paolo Castelnuovo, figlio del titolare dell’azienda attirato da alcuni rumori e che sparò dopo aver udito distintamente un colpo d’arma da fuoco. Il rinvio a giudizio di Persico è stato decretato dal Giudice per le Udienze Preliminari di Como che ha accolto la richiesta del P.M. Antonio Nalesso. Il Magistrato aveva anche chiesto l’archiviazione dell’accusa di omicidio a carico dell’imprenditore nella convinzione che sparò per legittima difesa. In un muro dell’abitazione, teatro del tragico tentativo di furto, gli investigatori, infatti, trovarono il foro di un proiettile. Ma alla richiesta del Sostituto Nalesso si sono fortemente opposti i famigliari di Giuseppe Bedetti che contestano la ricostruzione dei fatti e l’ipotesi di legittima difesa da parte dell’imprenditore. Per questo il G.U.P. ha deciso di vagliare questo aspetto nel corso di una nuova udienza preliminare. Persico, invece, deve rispondere di tentato omicidio. 35 anni e residente a Cazzago, un centro della provincia di Brescia si era intrufolato quella notte assieme a Giuseppe Benedetti (pure di Cazzago e della stessa età) nel cortile della “Castelnuovo Lattoneria s.n.c” di via Roma a Merone e che si occupa della lavorazione di rame e lattoneria. L’obiettivo era uno stock di rame per oltre un miliardo di lire. Erano le 22.00 di quel venerdì quando il figlio del titolare, Paolo Castelnuovo, attirato da alcuni rumori si affacciò al balcone di casa notando due ombre. Sentì poi due distinti rumori. Erano alcuni colpi di pistola che i malviventi (entrambi pregiudicati) esplosero contro di lui. Rientrò in casa, acchiappò un fucile, caricato a pallettoni calibro 12, e sparò a sua volta contro gli intrusi. Benedetti ci rimase secco, Persico riuscì a fuggire, seppur ferito all’addome, con un furgone notato dai clienti della vicina discoteca “Caramel”. L’allarme venne lanciato da alcuni vicini, terrorizzati dagli spari. Il giorno dopo venne beccato dai Carabinieri a cui si costituì dopo aver trovato rifugio durante la notte in un convento di frati. Venne denunciato a piede libero con l’accusa iniziale di “eccesso in legittima difesa”, invece, Castelnuovo. Ma le successive indagini fecero chiarezza: Castelnuovo sparò per salvare la sua pelle. E la prova schiacciante di questo, secondo il Magistrato, è quel proiettile di pistola che gli investigatori trovarono conficcato in un muro dell’abitazione dell’imprenditore.
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