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POLONIA

Il boia di Sobibor avrebbe tre nipoti, frutto dello stupro di una donna

Keystone / AP Nati Harnik
Il boia di Sobibor avrebbe tre nipoti, frutto dello stupro di una donna
VARSAVIA - È possibile sciogliere i dubbi sul fatto se John Demjanjuk, che da ieri si trova in una prigione tedesca dopo l'estradizione dagli Usa, sia stato effettivamente il boia di Sobibor dato che in Polonia probabilmente vivono tre ni...

VARSAVIA - È possibile sciogliere i dubbi sul fatto se John Demjanjuk, che da ieri si trova in una prigione tedesca dopo l'estradizione dagli Usa, sia stato effettivamente il boia di Sobibor dato che in Polonia probabilmente vivono tre nipoti del guardiano del campo. Lo scrive oggi il quotidiano "Gazeta Wyborcza" in un articolo intitolato "Il figlio del boia".

"Ivan il Terribile" - La testata ricorda come i prigionieri dei campi di sterminio di Sobibor, Majdanek e Treblinka avessero soprannominato Demjanjuk "Ivan il terribile", pseudonimo con cui era conosciuto anche dalla popolazione delle località vicine dove assieme agli altri guardiani di origine ucraina andava a caccia di donne e di piaceri. Nel corso di un processo in Israele, Demjanjuk era stato alla fine assolto perché un documento del Kgb identificava un altro uomo, Ivan Martchenko, come "Ivan il terribile". La linea difensiva di Demjanjuk, inoltre, anche in seguito è stata sempre quella di negare di essere il "Boia di Sobibor".

Stupro - Da uno stupro di una abitante dei paesini polacchi, Jadwiga Kucharek, che aveva allora 16 anni, Demjanjuk ebbe però un figlio, Wladyslaw. Due o tre anni dopo la fine della guerra, la madre sposò un polacco, Buczynski, e il figlio di Demjanjuk fu registrato e conosciuto con questo cognome. Secondo la testimonianza della Kucharek, raccolta prima della sua morte nel 2001, il padre di Wladyslaw aveva sul corpo un segno riconoscibile con il quale poteva essere facilmente identificato anche dopo tanti anni. Nonostante questa dichiarazione, il tribunale d'Israele non volle ascoltare la testimonianza della donna al processo a Demjanjuk svoltosi a Gerusalemme nel 1988. Secondo la "Gazeta Wyborcza", che ha parlato con la vedova di Wladyslaw Buczynski, oggi si potrebbe benissimo fare il test del dna sui loro tre figli e su Demjanjuk, e paragonarli per accertare con sicurezza la vera identità del presunto boia.

Foto d'apertura: Keystone / AP Nati Harnik

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