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COMO: Trafugata salma di Cuccia, illustre precedente lariano

Il 10 agosto '97 un imprenditore squattrinato di Udine tentò di rubare l'urna cineraria di Gianni Versace custodita nel cimitero di Maslianico.
COMO: Trafugata salma di Cuccia, illustre precedente lariano
Il 10 agosto '97 un imprenditore squattrinato di Udine tentò di rubare l'urna cineraria di Gianni Versace custodita nel cimitero di Maslianico.
MASLIANICO. Il trafugamento dal cimitero di Meina, in provincia di Novara, della salma di Enrico Cuccia, Presidente di Mediobanca sepolta dal 24 giugno dello scorso anno nel piccolo paese che si affaccia sul lago maggiore, ha riportato alla mente u...
MASLIANICO.

Il trafugamento dal cimitero di Meina, in provincia di Novara, della salma di Enrico Cuccia, Presidente di Mediobanca sepolta dal 24 giugno dello scorso anno nel piccolo paese che si affaccia sul lago maggiore, ha riportato alla mente un illustre precedente che aveva toccato da vicino il 10 agosto del ’97 anche il comasco quando Gianfranco Paesano, 48 anni, imprenditore squattrinato di Udine che il 10 agosto del ’97 tentò di “sequestrare” le ceneri di Gianni Versace, lo stilista ucciso da uno psicopatico nel luglio di quello stesso anno a Miami, custodite in via provvisoria nella cappella della famiglia Coccini, all’interno del cimitero di Moltrasio (Como), in attesa di miglior collocazione. L’uomo si era poi presentato agli agenti della Squadra Volante di Como raccontando una storia che a tutt’oggi non ha trovato il minimo riscontro. Secondo il suo racconto, infatti, quella sera, dopo aver visto un film porno al cinema “Embassy” di via Rezzonico a Como, avrebbe incontrato due albanesi che lo avrebbero invitato a passare con loro ed una prostituta il resto della serata. “Ma una volta salito sulla loro auto – disse ai poliziotti – venni rapinato e costretto a tentare il furto dell’urna cineraria. Era intenzione – disse ancora – dei due albanesi chiedere ai famigliari di Versace un riscatto pari ad un milione di franchi svizzeri”. Il colpo andò in fumo perché quando tentò di forzare l’ingresso della cappella Coccini scattò l’allarme.Come detto gli inquirenti non hanno mai trovato alcun riscontro al racconto fatto dall’indagato che si trovò così accusato di violazione di sepolcro e di tentato occultamento di cadavere. Inizialmente aveva sempre rifiutato di scendere a patti ma quando si è reso conto che avrebbe rischiato una condanna fino anche a sette anni di reclusione aveva cambiato idea accogliendo il consiglio del suo difensore Raffaele Donadini che bene in mente ha ancora la sua lunga prigionia nelle carceri di Moscovite per la storia del milione di dollari falsi che lo portò a 4 anni di detenzione assieme ad altri tre comaschi. Paesano, quindi, arrivò a concordare il 16 gennaio scorso una pena entro i limiti della condizionale.

di Bob Decker

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