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BenessereUN VIGNETO PER BOTTA: Il grande architetto ticinese si cimenta nella costruzione di una cantina viti-vinicola

17.03.01 - 15:34
Mario Botta è sicuramente architetto tra i più geniali. Dopo grandi palazzi, chiese sinagoghe, piazze, centri sportivi, funivie vi è visto affidare l’intervento architettonico della nuova realtà vitivinicola di Vittorio Moretti
La presentazione di "Petra", Botta in primo piano
UN VIGNETO PER BOTTA: Il grande architetto ticinese si cimenta nella costruzione di una cantina viti-vinicola
Mario Botta è sicuramente architetto tra i più geniali. Dopo grandi palazzi, chiese sinagoghe, piazze, centri sportivi, funivie vi è visto affidare l’intervento architettonico della nuova realtà vitivinicola di Vittorio Moretti
Il gruppo Moretti, attivo nel settore del vino con realtà in Franciacorta (Bellavista e Contadi Castaldi), ha presentato ufficialmente a Milano un nuovo progetto vitivinicolo avviato in Toscana, nel comune di Suvereto (Livorno).

Terra Moretti è un marchio che raggruppa diversi settori imprenditoriali tutti legati al nome di Vittorio Moretti. Da quello dell’edilizia industrializzata applicata alle grandi costruzioni, alle realizzazioni in legno lamellare, dal cantiere navale alla produzione dei grandi vini di Franciacorta, alla ristorazione e al turismo di qualità che fanno capo al “Relais & Château L’Albereta” dove il piacere della grande cucina è legato il nome di Gualtiero Marchesi unito al fascino di un’antica dimora in collina trasformata in preziosa locanda.

La nuova cantina in Toscana, denominata “Petra”, è stata acquistata dall’imprenditore Vittorio Moretti con l’intento di produrre vini rossi di grande pregio. Trecento ettari sui quali, oltre ai vigneti e alla produzione di olio, sarà realizzata una costruzione progettata dall’architetto ticinese Mario Botta che, per la prima volta, è impegnato a trovare una soluzione costruttiva che meglio esprimesse le esigenze di una cantina . Il suo progetto si presenta con una forte immagine plastica di un cilindro in pietra sezionato con un piano inclinato parallelo alla collina e due corpi edilizi porticati ai lati. “Il progetto – ha dichiarato Mario Botta – vuole essere una reinterpretazione delle antiche dimore di campagna toscane in cui il disegno delle coltivazioni, in questo caso i vigneti, era parte integrante del disegno architettonico“.

Il progetto della cantina “Petra” evoca anche le strutture architettoniche che in passato venivano erette per l’osservazione della volta celeste. In particolare ricordano gli osservatori astrologici di Jaipur e Delhi costruiti all’inizio del 10° secolo. L’edificio centrale cilindrico è caratterizzato da una scalinata che conduce in un punto di osservazione elevato posto tra cielo e terra. Il simbolismo della tradizione orientale pone l’elemento ternario terra-uomo-cielo (la triade) al centro del proprio messaggio.

Anche il marchio di “Petra” e le etichette dei vini traggono origine dal progetto architettonico sviluppato da Mario Botta, il simbolo si riferisce alle linee del prospetto frontale dell’edificio, in particolare la struttura centrale.

La responsabilità di “Petra” e del suo progetto vitivinicolo è stata affidata a Francesca Moretti. Frutto del suo impegno sono i due rossi Petra Val di Cornia 1998 (100% sangiovese) e Petra Riserva 1997 (60% cabernet sauvignon e 40% merlot). Quest’ultimo, col tempo, dovrebbe essere prodotto con solo merlot in purezza. La degustazione svoltasi presso l’Albergo Four Seasons di Milano, era abbinata ad una cena durante le quale gli chef Sergio Mei (dello stesso Four Seasons) e Gualtiero Marchesi si sono alternati nel proporre piatti particolarmente ricercati ad una cerchia particolarmente ristretta di giornalisti ed intenditori.
Nella foro il brindisi tra Vittorio Moretti e Mario Botta

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