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Fabrizio Corona ricorda il carcere: «Ancora provo vergogna»

L'ex-agente fotografico ricorda i tre anni trascorsi dietro le sbarre
Foto Bang ShowBiz
Fabrizio Corona ricorda il carcere: «Ancora provo vergogna»
L'ex-agente fotografico ricorda i tre anni trascorsi dietro le sbarre
MILANO - Fabrizio Corona parla per la prima volta della terribile esperienza del carcere. L'ex-agente fotografico - originariamente condannato a 14 anni e 2 mesi per vari reati, tra cui corruzione, estorsione e bancarotta - è stato scarc...

MILANO - Fabrizio Corona parla per la prima volta della terribile esperienza del carcere.

L'ex-agente fotografico - originariamente condannato a 14 anni e 2 mesi per vari reati, tra cui corruzione, estorsione e bancarotta - è stato scarcerato lo scorso giugno dal carcere di Opera e affidato inizialmente alla comunità Exodus di Don Mazzi, e successivamente ai servizi sociali sul territorio.

Oggi Corona è tornato a sentirsi un uomo libero, ma a volte la vergogna nel ricordare il periodo dietro le sbarre e il pensiero che non sia finita tornano a tormentare i suoi giorni.

Nella prima intervista dopo la scarcerazione, Fabrizio ha dichiarato a Chi: «Nessuno può capire che cos'è il carcere se non lo ha vissuto pienamente e duramente. Non era una semplice custodia cautelare la mia. Era una condanna definitiva. In totale quattordici anni e due mesi. Ero un detenuto sorvegliato in modo speciale per via della mia popolarità. Da quando sono uscito dal carcere, non ho mai raccontato la mia vita tra le sbarre. Provo vergogna, mi fa male, il ricordo lacera la mente e il cuore. Lo fa sanguinare. Di notte però capita spesso di svegliarmi all'improvviso e di non credere che sia finita. Posso solo dirle che in galera mi è successo di tutto. L'inimmaginabile. Non è stata una semplice detenzione».

Fabrizio ammette però di non aver mai pensato di togliersi la vita e di aver tratto la forza per andare avanti dal figlioletto, Carlos Maria, avuto con l'ex-moglie Nina Moric. «Lo ha portato quella santa donna di mia madre Gabriella. Emozione fortissima. L'ho lasciato bambino, l'ho trovato un ometto. Mi ha stretto forte. E mi ha dato la forza di andare avanti. 'Papà, ci sono io qui per te'. Aveva capito tutto. Per la prima volta mi sono sentito io figlio, lui padre. Per la prima volta non ero più solo al mondo».

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