Maxiriciclaggio, Swisscom sapeva di Fastweb. Perquisizioni anche in Ticino

In serata è intervenuta anche Swisscom. Il gigante blu ha detto che "sapeva delle accuse di riciclaggio e frode fiscale contro Fastweb quando la comprò nel 2007 e sapeva dei rischi a cui andava incontro". Huber ha aggiunto che le accuse contro la società italiana erano di "dominio pubblico".
Roma – Swisscom sapeva delle accuse di riciclaggio e frode fiscale contro Fastweb quando la comprò nel 2007 e sapeva dei rischi a cui andava incontro. Lo ha detto all’Ansa il capo ufficio stampa Josef Huber, aggiungendo che le accuse contro la società italiana erano di “dominio pubblico”.
Nella definizione del prezzo d’acquisto di Fastweb, ha spiegato ancora il portavoce di Swisscom, che ha rilevato la società italiana nel 2007 versando 47 euro ad azione, “si tenne conto dei rischi legati alle accuse” mosse contro la società italiana.
Swisscom, ha aggiunto Huber, valuterà con attenzione cosa fare nei prossimi giorni e “se le verrà richiesto, collaborerà con le autorità italiane come ha già indicato Silvio Scaglia”.
Perquisizioni in Ticino - L'inchiesta romana, che fino ad ora ha portato a 56 ordinanze di custodia cautelare, ha portato fino in Ticino Sono state infatti perquisite istituti di credito e fiduciarie. È stato raccolto diverso materiale, e ora è al vaglio degli inquirenti, che sospettano presunte opearzioni di riciclaggio di denaro sporco per un ammontare di circa due miliardi di euro.






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