Il Movimento Papageno sollecita l'intervento dell'Ufficio federale per l'uguaglianza tra donna e uomo

Vista la grave situazione di discriminazione rispetto alle madri che i padri separati e divorziati vivono in Ticino, Papageno chiede all'UFU di tutelare la paternità e la figura paterna nel nostro Cantone.
Mail inviato da Papageno il 6.8.10 alla responsabile del servizio sull'uguaglianza nella famiglia (Ursula.Thomet@ebg.admin.ch) e all'Ufficio federale per l'uguaglianza tra donna e uomo (UFU) (ebg@ebg.admin.ch)
Pari opportunità per i figli e i genitori non affidatari (solitamente padri) in caso di separazione e divorzio
Gentile signora Ursula Thomet, egregi signori,
il vostro Ufficio ha tra gli altri scopi la tutela e la salvaguardia dell'uguaglianza tra donna e uomo nella famiglia e nella separazione. Vi sottoponiamo pertanto la grave situazione di discriminazione rispetto alle madri che i padri separati e/o divorziati vivono in Ticino affinché mettiate in atto tutto quanto possibile per tutelare la paternità in senso lato e la figura paterna (i padri) nel nostro Cantone.
Premessa
Tre deputati leghisti (Gobbi, Quadri e Poggi) del Gran Consiglio del nostro Canton Ticino, con una mozione del 17 dicembre 2007 al Consiglio di Stato, sollecitano l’introduzione, al posto dell’Ufficio sulla condizione femminile, di un ombudsman « o di una figura istituzionale che si occupi di tutelare e garantire i diritti del padre in caso di divorzio e vigili onde evitare abusi di diritto della controparte, specie se a beneficio del gratuito patrocinio (cioè a spese del contribuente) ». Stando ai mozionanti, la tutela femminile, rafforzata dalle normative legate al diritto di famiglia, si tradurrebbe « in taluni casi » in una « prevaricazione nei confronti dei consorti e dei padri » ".
Il nostro movimento è nato nel settembre del 2007 appunto per tutelare sia i figli che i padri in caso di separazione e divorzio: la mozione succitata riproduce infatti il grande bisogno di parità tra padri e madri che si separano. Mentre i figli, spesso in giovane età, inermi, subiscono.
I genitori affidatari (nella quasi totalità dei casi le madri) hanno poteri e vantaggi smisuratamente maggiori dei genitori non affidatari (nella quasi totalità dei casi i padri): diritti ai primi, doveri (essenzialmente il pagamento dei contributi alimentari ai figli e alla madre) ai secondi. Queste disparità e discriminazioni perpetrate sui maschi non possono essere tollerate. La parità deve valere sia per le donne rispetto agli uomini, sia per gli uomini rispetto alle donne; maschi e femmine, padri e madri, devono avere pari diritti e doveri: diritto e dovere di poter continuare ad essere genitore, per sempre. Per i figli la separazione dei genitori non deve significare l’allontanamento del padre dalla propria vita quotidiana, come tra l’altro sancito dalla Convenzione sui diritti dei fanciulli di New York, ratificata dalla Svizzera oramai da ben 13 anni.
Di conseguenza, giuste opportunità ai figli, pari opportunità ai padri e alle madri.
Qui di seguito trova un quadro delle problematiche relative alle casistiche venutesi a creare a seguito della separazione di genitori, e, nel contempo, elencate succintamente le discriminazioni e disparità tra padri e madri. Se del caso, vorremmo poterle approfondire in occasione di un incontro tra il vostro Ufficio ed dei membri del nostro Movimento Papageno, in vista di un vostro coinvolgimento verso le istituzioni cantonali preposte al fine di modificare a breve/medio termine queste situazioni o parte di esse, affinché si ristabilisca un maggior equilibrio tra i due genitori separandi, primariamente nell’interesse dei figli coinvolti.
In Ticino le discriminazioni subite dai padri e la tutela della paternità in caso di separazione e/o divorzio sono, purtroppo, con nostro grande stupore e rammarico, totalmente ignorate. Infatti, da noi contattata per iscritto, risp. anche da padri della nostra associazione, la Consulente cantonale avv. Marilena Fontaine, non ha dato il seguito sperato, risp. non ha dato alcuna risposta. Per questo motivo ci rivolgiamo direttamente al vostro Ufficio federale sottoponendo gli stessi quesiti e le stesse riflessioni/osservazioni sottoposti, invano, alla Consulente cantonale avv. Marilena Fontaine. Prova dell'indifferenza e della sottovalutazione della problematica è il fatto che il Consiglio di Stato nel suo rapporto dello scorso mese di luglio ha proposto al Gran Consiglio ticinese di respingere la mozione summenzionata. Per ogni ulteriore informazione vi invitiamo a visitare il nostro sito www.miopapageno.ch.
Descrizione/elencazione delle discriminazioni subite dai padri separati/divorziati
A. Modello giuridico attuale inadeguato.
Codice civile, leggi d’applicazione e prassi anacronistiche ed inique: "tutto" viene assegnato al genitore affidatario (madre), "nulla" al genitore non affidatario (padre). Urgono importanti modifiche.
• Tutelare i diritti dei figli di continuare ad avere eguali e costanti contatti coi due genitori (bigenitorialità): d’ufficio attribuzione dell’autorità parentale congiunta e dell’affidamento condiviso (custodia alternata).
• Bigenitorialità e affido condiviso-alternato significa operare per il bene e l’equilibrio psico-fisico dei figli assicurando loro la presenza costante dei due genitori nonostante separazione e divorzio, prevenire il bullismo e la delinquenza giovanile, evitare i dissesti famigliari, tutelare il futuro della nostra società.
• Lo Stato (Svizzera e del Canton Ticino) deve adoperarsi facendo in modo che si instauri una relazione costante e positiva tra i figli e i genitori non affidatari. Lo Stato, non contrastando (e quindi alimentando) il mobbing genitoriale e la PAS (sindrome d’alienazione parentale) messi in atto impunemente dal genitore affidatario, ottiene l’effetto opposto, ossia la graduale rottura (spesso definitiva) dei rapporti personali tra i figli e quei padri che lottano (sovente senza risultati) per anni per i loro amati bambini.
• Impedire l’allontanamento del figlio dai parenti paterni (nonni, zii, ecc).
• Interrompere / cambiare la prassi giuridica che assegna "tutto" al genitore affidatario (quasi sempre automaticamente la madre) e "nulla" a quello non affidatario (padre); attribuire la custodia condivisa d’ufficio e ripartire gli averi della famiglia in modo equo (contributi alimentari, abitazione coniugale, autovettura e suppellettili, ecc.). Rendiamo attenti che il marito separando non può vendere (anche per anni e anni) l’abitazione coniugale senza il consenso della moglie separanda (a cui viene attribuita d’ufficio).
B. Discriminazioni padre – madre
1. Relazioni personali (diritti di visita): di regola solo 4 giorni al mese.
2. Propria paternità rimpiazzata dal nuovo marito o convivente della ex moglie o ex convivente.
3. Affidamento figli e ripartizione degli averi e dei redditi famigliari:
4. Cassa pensione
5. Fiscalità: padri svantaggiati
6. Diritto alle prestazioni assistenziali (LAPS) negate ai padri, sebbene lavorando, sono "costretti" a vivere ben sotto il minimo vitale: il valore dell’abitazione coniugale di proprietà o comproprietà viene conteggiato (al 100 o 50%) ai padri benché attribuita alla madre (che addirittura convive non ufficialmente) e gli alimenti versati non vengono dedotti dal reddito del padre che figura disporre di un reddito virtuale superiore al reale.
7. Un padre che perde il lavoro e va suo malgrado in disoccupazione viene penalizzato in quanto da lui "giuridicamente" viene comunque preteso che versi gli stessi alimenti, non essendo considerato "lo stato di disoccupato" come "situazione duratura". A questo padre, che dispone ora solo dell’80% del precedente salario e che non ha i mezzi per pagare quegli alimenti, a semplice istanza della madre al Pretore, viene - senza indugio – decretata e messa in atto una trattenuta salariale presso la Cassa disoccupazione. E, non bastasse, se denunciato dalla madre, il procuratore pubblico procede ad aprire un incarto penale per trascuranza degli obblighi di mantenimento (art. 217 Codice penale svizzero) qualora non versasse entro il termine usuale di 30 giorni gli alimenti arretrati: in tal modo, sia la madre, sia il Pretore, sia il Ministero pubblico, di fatto ostacolano un reinserimento nel mondo del lavoro del padre…
8. Alla madre che non consegna il figlio al padre per "i diritti di visita" (o meglio "l’esercizio delle relazioni personali") non vengono applicate sanzioni, contrariamente al padre che, qualora non riporti il figlio alla madre all’orario esatto previsto nella convenzione o stabilito dal Pretore, subisce l’intervento della polizia cantonale e può venir denunciato per sottrazione di minore (art. 220 Codice penale svizzero).
9. La madre, il cui ex marito o ex convivente non versa gli alimenti per i figli, può disporre, oltre alla pressione delle denunce penali, anche dell’intervento del servizio cantonale degli "anticipi alimenti" che per alcuni anni le versa un importo per ogni figlio minorenne e che va poi a riscuotere presso il padre.
10. Non si può (né si deve) tralasciare di citare le false denunce di abusi sessuali inoltrate contro i padri da troppe madri (magari su consiglio di avvocati senza scrupoli), denunce che – anche se sfociano in decreti di non luogo a procedere – comportano oltre alla rottura delle relazioni personali col figlio per mesi e addirittura anni, umiliazioni continue e il ripristino dei diritti di visita sotto sorveglianza in ambiente protetto. E, alla fine della procedura penale, contro la madre non vengono prese misure di sorta in quanto non dimostrabile la dolosità della sua (falsa) denuncia per abusi sessuali sul figlio.
11. Il padre invece è inerme contro gli abusi perpetrati dalla ex consorte o ex convivente contro di lui, non disponendo di basi legali e scontrandosi con la reticenza delle autorità ad emettere a favore dei padri delle ordinanze nei confronti della madre con la comminatoria dell’art. 292 del Codice penale svizzero (Disobbedienza a decisioni dell’autorità).
12. "PAS" (sindrome di alienazione perentale) e Mobbing genitoriale messi in atto dal genitore affidatario (madre) contro l’altro genitore non affidatario (padre), quasi sempre sottovalutati dagli operatori e dalle autorità preposte, i quali non intervengono né prendono rapidi accorgimenti a tutela del minore e del padre. Spesso bisogna aspettare anni perché si giunga a perizie psichiatriche che - con costi peritali e legali esorbitanti - confermano quanto il padre andava a dire, invano, fin dall’inizio utilizzando solo un po’ di buon senso e un minimo di osservazione oggettiva: ma oramai i danni sono compiuti…
13. La madre ha la priorità nell'attribuzione di contributi alimentari o di ripartizione delle eccedenze dei coniugi rispetto ai figli maggiorenni agli studi o in formazione. Per il padre un ulteriore smacco difficilmente "digeribile moralmente"!
Tutto quanto precede porta sull’orlo del baratro tanti padri (e anche figli) a cui è stato tolto, con "forza giuridica", praticamente "tutto" (affetti, averi e dignità), con gravi conseguenze in diversi ambiti, ad esempio:
„³ scarso rendimento professionale
„³ licenziamento, disoccupazione, assistenza, impoverimento sociale (meno imposte, maggior assistenzialismo, ecc.)
C. Industria dei divorzi
1. Arricchimento di categorie di professionisti sulle spalle dei nuclei famigliari e dei figli.
2. Impoverimento delle famiglie e dei figli con conseguente aumento dell’assistenzialismo dello Stato:
3. Macchina dei divorzi che si autoalimenta tra categorie di professionisti e di servizi
4. Preconcetti, pregiudizi, emissioni di sentenze con rimarchevoli errori, lunghe tempistiche, espletamento di perizie, valutazioni e gestioni delle casistiche in modo eccepibile da parte dei professionisti e dei servizi succitati, alimentanti la "Fabbrica dei divorzi" l’impoverimento e l’abbattimento della famiglia e della figura paterna.
D. Riflettere sulla nascita di associazioni e di movimenti di padri (non affidatari)
In attesa di una vostra risposta e, se del caso, convocazione per un incontro, porgiamo, gentile signora, egregi signori, i nostri più cordiali saluti.
Movimento Papageno
Per il comitato
G. Scardamaglia



