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LUGANO«L'uomo ha avuto paura della potenza delle donne, così ha incominciato a bruciarle»

29.05.24 - 06:30
Ivano Torre e Valentina Barri portano in scena sabato 1° giugno un estratto dell'opera multimediale "Streghe tra potere e pozione"
IVANO TORRE
Valentina Barri e Ivano Torre.
Valentina Barri e Ivano Torre.
«L'uomo ha avuto paura della potenza delle donne, così ha incominciato a bruciarle»
Ivano Torre e Valentina Barri portano in scena sabato 1° giugno un estratto dell'opera multimediale "Streghe tra potere e pozione"

LUGANO - La programmazione del Festival Poestate, che prende il via giovedì 30 maggio nel Patio di Palazzo Civico a Lugano, mescola sapientemente letteratura e tutte le forme possibili d'arte. E lo fa da sempre, seguendo la visione della direttrice artistica Armida Demarta.

Un esempio di questa multimedialità è senz'altro "Streghe suoni-parole-corpo", in programma sabato 1° giugno alle 20 e che vedrà protagonisti Ivano Torre e Valentina Barri. Si tratta di un'anteprima, o meglio ancora «un estratto, che condensa quello che sarà» il nuovo spettacolo ideato dal prolifico musicista e compositore ticinese. Immaginatevi un ambiente fatto di percussioni e suoni elettronici, nel quale Barri, attrice e performer, dà vita a un essere soprannaturale dall'aspetto femminile. «L'idea è di sviluppare una sequenza di frasi, che solo apparentemente sembrano buttate là a casaccio» spiega Torre. «Ma lo spettatore le ascolta e con esse costruisce la propria storia. Tutte queste frasi hanno poi un prolungamento nel movimento» di Barri.

Lo spettacolo - Non tutto sarà lasciato alla fantasia del pubblico: «La colonna sonora genera degli ambienti specifici. Si parte da una grotta nelle profondità della terra e poi ci s'inoltra in un atmosfera sempre più tetra. Infine, come una liberazione, le campane, la chiesa e i cori». L'adattamento pensato per Poestate differirà in alcuni dettagli dall'opera finale, ma il concetto di fondo rimane lo stesso. «È la nostra visione di quelle che venivano chiamate streghe» spiega Barri. «Io e Ivano siamo andati a fare ricerca e abbiamo letto tanto, chiedendoci come mai si sia andati a bruciare e decapitare più di seimila persone». Una delle cose che ha colpito maggiormente Valentina è... un'assenza. «Quella dei nomi», delle vittime misconosciute di questa barbarie. A dare forma corporea a questo viaggio in un tempo cupo e sanguinoso sarà Barri. E lo farà «con movimenti molto lenti, che aiuteranno gli spettatori - insieme alla musica e a un monologo da me scritto - a immergersi totalmente nel mondo che raccontiamo».

Questione di potenza - La vicenda è molto nota nella Svizzera Italiana ed è stata oggetto nel tempo di indagini storiche, ma anche di romanzi e recentemente di una serie web. Ma da dove arriva lo spunto per raccontarla in un'opera multimedia che sarà intitolata, nella versione integrale, "Streghe tra potere e pozione"? A spiegarlo è Torre. «Viene da un articolo che ho letto anni fa e che parlava della forza debole. Nel nostro linguaggio si tende a parlare della donna come il "sesso debole" mentre in realtà, se si leggono le cronache dell'epoca, quelle che venivano bollate come "streghe" erano spesso individui con una forza e un'intelligenza incredibili». Donne che erano in possesso di conoscenze, specie nell'uso delle erbe e dei loro poteri curativi, che non erano possedute dal resto della comunità, e ciò generava sospetto. Anzi, di più. «Queste donne venivano tacciate di essere streghe proprio per la loro potenza, e l'uomo ha paura di questa potenza. Si è sentito inferiore e ha cominciato a bruciare». Allo stesso tempo - e questo rende l'argomento così moderno, attuale - c'era una malcelata paura della diversità, di ciò che sfuggiva alla comprensione e, quindi, al controllo.

La modernità delle streghe - A dare l'impulso fondamentale alla realizzazione di quest'opera è stata Valentina Barri. «Vedo in esse la risposta a una mancanza contemporanea: quella di un'identità femminile precisa. Non è che per essere donne ci si debba paragonare all'uomo: non è una giornata lavorativa da otto ore che ci connota. Penso che abbiamo un'identità diversa da quella del maschio, ma complementare». Una riproposizione di queste figure diventa quindi fondamentale, aggiunge Barri. «Si sta entrando in una dinamica di maggior sottomissione. Le streghe incarnano la vicinanza con la natura, la ribellione, il non voler essere assoggettate a determinate regole. Adesso siamo molto nella nostra solitudine».

Il programma completo del Festival Poestate è sulla pagina Facebook ufficiale e su www.poestate.ch.

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