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Daniele Cavalli

Daniele Cavalli
Sono nato a Bucaramanga, una città di circa un milione di abitanti al centro della Colombia, il 26 ottobre 1977. Nel 1980 sono stato adottato dai miei genitori Antje e Franco, e mi sono trasferito in Svizzera. Ho frequentato le Scuole ele...

Sono nato a Bucaramanga, una città di circa un milione di abitanti al centro della Colombia, il 26 ottobre 1977. Nel 1980 sono stato adottato dai miei genitori Antje e Franco, e mi sono trasferito in Svizzera. Ho frequentato le Scuole elementari a Verscio, e le Medie a Locarno, nella sede di via Varesi. Dopo l'apprendistato come stampatore offset ho trascorso un periodo di studio in Germania, seguito da alcuni mesi in Brasile. Al rientro in Svizzera ho vissuto la condizione di disoccupato per alcuni mesi, durante i quali ho svolto diversi lavori interinali in fabbrica, prima della decisione di cambiare vita. Ho infatti ripreso a studiare, alla Scuola superiore medico-tecnica, e nel 2004 ho conseguito il diploma di tecnico di laboratorio. Da allora, sono impiegato all'Istituto cantonale di patologia, a Locarno, e vivo a Losone. Ho una figlia– Isaura, nata nel 2005 dal mio primo matrimonio – e a giugno sposerò la mia compagna Michela. Nel tempo libero gioco a calcio, con la maglia del FC Intragna, e sono da sempre appassionato ai videogames.

Come è nata la passione per la politica?
La politica è una passione di famiglia, che finora avevo sempre vissuto «in seconda linea». Raggiunti i trent'anni, però, ho capito che è il momento per avvicinarmi in maniera più attiva alla cosa pubblica e all'impegno civico.

Quali sono i temi che le stanno più a cuore?
La mia formazione e la mia storia personale dettano l'«agenda politica» che mi piacerebbe seguire, in caso di elezione. Mi preme contribuire alla ricerca di una soluzione equa e giusta per il problema dei costi della salute – la cassa malati unica, a questo proposito, è la mia scelta – ma anche affrontare temi legati all'integrazione degli stranieri nel nostro Cantone. Alcune esperienze professionali, inoltre, mi hanno reso attento al tema dei diritti dei lavoratori.

Quali sono i problemi più urgenti da risolvere in Ticino?
Per il bene del nostro Paese, dobbiamo riuscire a voltare pagina rispetto all'attuale modo di fare politica, abbandonando i toni aggressivi – specialmente verso gli stranieri – e prendendo atto di come la realtà sociale di questo Cantone sia cambiata, negli ultimi decenni. In secondo luogo, e mi scuso se sono ripetitivo, dobbiamo trovare una soluzione sul fronte dell'assicurazione malattia; un sistema che obbliga un terzo dei cittadini a richiedere un sussidio al Cantone per pagare i premi è semplicemente assurdo.

Quale il Ticino nel futuro che sogna
Per mia figlia e le persone della sua generazione sogno un Ticino meno razzista, senza che questo significhi essere meno consapevoli o meno attenti a difendere la nostra identità.

Perché dovremmo votarla?
Penso che l'importante sia soprattutto dare un voto al Partito socialista, che si impegna per immaginare un futuro migliore per tutto il Paese – e non solo per alcune oligarchie fortunate. Da parte mia, oltre alla voglia di impegnarmi per imparare in fretta, posso promettere che in Parlamento agirei nel segno della massima coerenza, una qualità che sempre cercato di dimostrare nella mia vita; come quella volta che – per non pagare una multa di 100 franchi, a causa di un mancato tiro obbligatorio – ho trascorso tre giorni al penitenziario cantonale della Stampa…
 

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