«L'inclusione è un diritto»

Il discorso della consigliera di Stato Marina Carobbio Guscetti in occasione del 13° Congresso svizzero di pedagogia specializzata
BELLINZONA/FRIBURGO - «Per alcuni l'inclusione sembra essere un costo, io ritengo sia un diritto. È necessario riconoscerlo e fornire a tutti coloro che operano per raggiungere questo obiettivo i mezzi e le risorse necessarie. La Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità deve essere più di un semplice test su una carta, deve essere una guida pratica all'azione politica e all'impegno di ognuno di noi». Sono queste le parole pronunciate dalla consigliera di Stato, Marina Carobbio Guscetti in occasione dell’apertura del 13° Congresso svizzero di pedagogia specializzata, in corso oggi a Friburgo. Un incontro importante, «un'occasione preziosa per riflettere sul percorso compiuto», ha detto facendo riferimento in particolare all'attuazione della Convenzione sui diritti delle persone con disabilità in Svizzera.
Secondo Carobbio Guscetti la responsabilità verso queste persone è di tutti. «Siamo chiamati a rimuovere le barriere e a creare un ambiente equo e accogliente per tutti. Lo stiamo facendo anche in Ticino». Ha fatto poi alcune considerazioni relative all'ambiente scolastico, prendendo in considerazione l'esperienza ticinese. «A mio avviso, un sistema scolastico inclusivo non è solo un insieme di regole o di abitudini, ma deve riflettere una visione che riconosca e superi le barriere, promuovendo l'accessibilità e la partecipazione di tutti. Queste barriere non sono solo fisiche, come le barriere architettoniche, che oggi sono più facilmente identificabili e superabili. Esistono anche "altre" barriere, come atteggiamenti, paure, burocrazia, cultura e mentalità. Se queste barriere non vengono prese in considerazione, o se vengono sottovalutate, la partecipazione e il benessere degli studenti saranno limitati. I bisogni degli alunni, così come quelli degli insegnanti, degli operatori e delle famiglie - in altre parole, di tutte le componenti del mondo della scuola - devono essere rimessi al centro delle politiche educative. E l'inclusione deve guidare questi processi».
Ha quindi parlato dell'ultimo documento "Inclusione e accessibilità nel sistema scolastico ticinese", presentato il giugno scorso, e del progetto "Ripensare l'inclusione" che gradualmente sta entrando nella sua fase di attuazione nella scuola ticinese, con l'obiettivo di ottimizzare l'uso delle risorse disponibili. «La crescente complessità delle situazioni, l'eterogeneità degli alunni a cui la scuola si rivolge, ma anche le situazioni di fragilità, richiedono una riflessione. "Ripensare l'inclusione" ci permetterà di dare una risposta efficace e adeguata, sia in termini di proposte didattiche ed educative, sia in termini di risorse. Riteniamo infatti che un vero percorso di accessibilità e inclusione non possa poggiare solo sulle spalle degli insegnanti, che svolgono un ruolo fondamentale ma che hanno bisogno di essere sostenuti in queste pratiche. Inoltre, il nuovo approccio consentirà di prestare maggiore attenzione al passaggio alla scuola post-obbligatoria, un momento particolarmente delicato per gli alunni con bisogni educativi speciali».




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