Ncc italiani contro tassisti ticinesi: “È una guerra”
Due lavoratori a confronto: uno opera nell’ombra l’altro nella legalità
LUGANO - Lo stesso lavoro, la stessa età, due facce della stessa medaglia. Uno è Franco, 38enne tassista luganese, l’altro è Giulio, un autista del servizio Ncc (Noleggio con conducente) italiano. Tra di loro non corre di certo buon sangue, anzi “è una guerra!” sostiene il ticinese.
Penalizzato da un fuorilegge - Con Franco ci appostiamo nei posteggi dietro la stazione. «Vedrete cosa succede», ci dice. Poco dopo arriva una berlina di grossa cilindrata, targhe italiane e l’inconfondibile marchio Ncc: «Eccolo, adesso lui dovrebbe scaricare il cliente e andarsene, invece…”. Già, invece rimane tranquillamente fermo con la sua auto anche dopo che il suo cliente si è allontanato. Fin qui, a dire il vero, nulla di strano. Gli Ncc possono infatti trasportare le persone dall’Italia alla Svizzera, ma non possono effettuare delle corse all’interno del nostro territorio. «Guardate ecco che il cliente ritorna, sicuramente si farà trasportare ancora da qualche parte». Li seguiamo fino a Bellinzona, dopo qualche ora si rientra a Lugano. «Vedete, questo servizio toccherebbe a un nostro taxi farlo, non a un Ncc. Ora basta! Ci vogliono molti più controlli, così non si può andare avanti, oltre alla crisi dobbiamo combattere anche con dei “colleghi” perché la legge ha le mani legate».
Anche io devo mangiare - Avviciniamo per avere delle spiegazioni il diretto interessato. All’inizio veniamo presi a male parole ma gli animi si placano. “Ci vediamo domani, adesso vado a dormire.”. All’appuntamento si presenta puntuale Giulio, 38 anni, origini calabresi ma residente nella periferia milanese. “Tra due ore il mio cliente vuole rientrare a casa, ce la facciamo?”. Ma come, due giorni con lo stesso cliente? Come funziona il business? “Noi concordiamo ogni volta il prezzo, la destinazione e quanti giorni dobbiamo rimanere a disposizione per effettuare il nostro servizio. Lo so bene che i nostri prezzi sono molto più concorrenziale dei vostri, ma anche io devo dare da mangiare ai miei tre figli”. La paura dei controlli non c’è: “A volte qualche poliziotto ci controlla ma, come fa a sapere se facciamo delle corse interne? È difficile dimostrarlo. Operiamo un po’ nell’ombra, in una zona grigia, questo per fortuna gioca a nostro favore”. Lo accompagniamo verso l’auto, un po’ con l’amaro in bocca per i tassisti ticinesi che si trovano a combattere una lotta impari: “Sapete, in questi due giorni ho guadagnato 100 euro, per me va benissimo”, afferma salutandoci il nostro Ncc



